venerdì 17 marzo 2017

Sarebbe bello ascoltare ogni tanto tematiche di Destra



Sarebbe bello ascoltare ogni tanto tematiche di Destra. Purtroppo ciò non avviene, e si assiste al paradosso di sentire rappresentanti del pensiero politico Tradizionale esprimersi, inconsapevolmente, con tematiche egualitariste.
Una inconsapevolezza molte volte dettata da leggerezza, da disattenzione, da superficialità di analisi storica o ignoranza della Teoria Generale dello Stato sfociante nel peggiore dei mali del nostro tempo, il  “luogocomunismo”. E’ di questo ultimo periodo la “vulgata” che vorrebbe reintrodurre la Coscrizione Obbligatoria quale strumento per migliorare le qualità dei nostri cittadini. Nelle intenzioni di chi la sostiene una sorta di concentrato di lezioni di Educazione Civica da somministrare nel corso di dodici mesi, evidentemente sostitutiva dell’inadeguatezza delle famiglie che non sanno più “allevare” ed educare i ragazzi, e della Scuola di Stato - gestita da un Ministro ( o meglio, come dicono i “sinistri” da una “ Ministra”) munita di diploma della scuola dell’obbligo  - che non è nelle condizioni di  istruirli. Questo “prodigio”  avrebbe il miracoloso risultato di trasmutare un giovane da disadattato in probo cittadino, o in qualcosa di simile. La “teoria” è intrisa di una concezione di statalismo viscerale che dovrebbe fare sobbalzare sulla poltrona e disgustare chi la ascolta, soprattutto se questi si è formato sui valori della Destra. Purtroppo ciò non accade perché i valori della Tradizione hanno subito una sorta di inquinamento culturale  che ha portato a considerare la “Naja” come qualcosa di Patriottico e formativo. Nulla di più inveritiero. La Coscrizione Obbligatoria è portato diretto della cultura democratica e illuminista, ovvero di quella cultura che ha sostituito il concetto di Corporzione e di Militia con quello dell’appiattimento egualitaristico. Una mostruosità Hobbesiana che legittima lo Stato Burocratico a nutrirsi delle risorse dei cittadini attraverso l’imposizione fiscale e della vita dei loro figli attraverso l‘obbligatorietà del “Servizio Militare”.  Ovvero di un – anche etimologicamente – asservimento coattivo  al Leviatano. Non vi è merito nell’essere servi, non vi è merito nel sentirsi servi, non vi è merito nel volere imporre l’altrui asservimento. Sia esso fiscale, che generazionale, ovvero votivo della vita dei figli dei cittadini, da immolare sull’Altare dello Stato, che non è l’Altare della Patria. Lo Stato  e la Patria sono due concetti diametralmente antitetici, che vengono contrabbandati dai manipolatori del linguaggio come sinonimi. La Patria è un concetto nobile, è la Terra dei Padri, è un perimetro sacro e inviolabile di etnie e di valori condivisi, è la Collettività culturalmente omogenea. Lo Stato è l’apparato burocratico, l’espressione sociale  egualitaristica delle tesi dell’Idealismo Tedesco prima e del Marxismo dopo. Un Esercito Volontario assolve al compito di formare delle élites militari vocazionalmente inclini al Nobile Mestiere delle Armi. Un compito che non può essere assolto da tutti, perché non tutti hanno capacità e soprattutto vocazione militare. Perché gli uomini, piaccia o non piaccia, non sono tutti uguali tra loro.

                                                                              
Avv. Claudio Berrino