mercoledì 23 marzo 2016

CUI PRODEST ?


Chi è l’effettivo beneficiario di una determinata azione ? Qualunque persona raziocinante si pone questo quesito analizzando quanto di grave è accaduto, ed ancora potrebbe accadere, intorno a sé.
E’ il quesito che ci si pone di fronte a fatti terribili e straordinari, per comprenderne l’origine, la portata, gli sviluppi.
E’ quanto non sta avvenendo in Italia e negli altri Paesi europei dopo l’attentato terroristico condotto ieri a Bruxelles.
Un attentato meticolosamente preparato, non improvvisato, posto in essere da professionisti in due differenti siti sensibili: l’aeroporto e la metropolitana.
Gli attentati, da quello di Giulio Cesare, a quello di  Sarajevo, a quello delle “Torri Gemelle”, od ancora a quello recentissimo del “ Bataclan”, non rispondono a “spontaneismo” ma sono strutturati in maniera tale da offrire la possibilità di consentire reazioni di natura politica diversamente non giustificabili.
Una “regia”, più o meno occulta,  utilizza i consueti “utili idioti” per realizzare eventi devastanti, offrendo finanziamenti e protezioni.
Il sistema mediatico, a sua volta controllato, offre una chiave di lettura banalizzante finalizzata a convincere gli inconsapevoli lettori della sussistenza di  una non meglio precisata azione islamista finalizzata ad assoggettare con la violenza il civile, democratico e libero Occidente.
Purtroppo la questione non si pone in questi termini.
L’Islam non ha bisogno di ricorrere ad attentati terroristici, spontanei o meno che siano, per sottomettere un’area territoriale che ormai ha capillarmente infiltrato, favorita da politiche migratorie non ostacolate, quando non volutamente determinate, dal sistema politico dell’unitarismo europeo.
Un sistema che si prefigge la distruzione delle sovranità nazionali e ricorre ai flussi migratori per disgregare le resistenze culturali e politiche di chi non condivide la sottomissione all’ Eurocrazia.
Moschee , “centri culturali islamici” e  interi quartieri a composizione islamica sono sorti nell’indifferenza generale in tutte le città europee.
La comunità islamica “moderata”, ammesso che esista, non ha alcun interesse a vedere compromessa la sua conquista latente e progressiva del territorio europeo da attentati terroristici, temendo invece di venirne danneggiata.
Nulla di più semplice di ricorrere alla strategia di portare la popolazione degli Stati membri dell’UE al convincimento della necessità di essere “difesi” da una forza di polizia europea, che sostituendosi alle forze di polizia territoriali e nazionali, rappresentate mediaticamente come “inadeguate” o “ non sufficientemente coordinate”, possa compiutamente controllare ogni minima resistenza opposta al disegno della realizzazione di una Dittatura Burocratica Europea.
Una forma di “superstato” destinato a realizzare definitivamente il progetto della creazione del Leviatano Hobbesiano, attraverso il superamento e la disgregazioni di tutte le libertà individuali.
Purtroppo questa forza armata” speciale” è già esistente.
Nell’aprile 2010 la Camera dei Deputati ratificava all’unanimità (legge 14 maggio 2010, n.84),  l’accordo europeo per la costituzione di una “forza armata speciale” denominata Eurogendfor.
Eurogendfor è attualmente costituita da da 800 gendarmi, mobilitabili in 30 giorni, oltre ad una “riserva” di altre 1500 unità.
Il “sistema di polizia difensiva europea” è gestito da due organi centrali, uno politico ed uno tecnico.
Il primo è il comitato interdipartimentale di alto livello, chiamato CIMIN, acronimo di Comité Interministériel de haut Niveau, l’altro è il PHQ (quartier generale permanente) composto da ufficiali e sottufficiali.
In un contesto come quello descritto assistiamo a iniziative politiche nazionali assolutamente inquietanti, che vanno nella direzione del possibile scioglimento dell’Arma dei Carabinieri, in quanto una direttiva dell’UE imporrebbe la smilitarizzazione della quarta Forza Armata ed il suo accorpamento alla Polizia di Stato, in vista di un possibile ulteriore accorpamento degli organi di polizia degli stati membri nell’Eurogendfor (EGF).
L’EGF si collocherebbe alle dirette dipendenze di Commissione e Parlamento Europeo, godendo di piena autonomia, in quanto non sottoposta al controllo dei Parlamenti Nazionali ed, ai sensi dell’art.29 del Trattato di Velsen i gendarmi non potranno subire procedimenti giudiziari  a loro carico a seguito di una Sentenza emanata contro di loro, sia nello Stato ospitante che nel ricevente, in tutti quei casi collegati all’adempimento del loro servizio.
Potranno quindi svolgere qualunque azione di rappresaglia armata nei confronti dei cittadini degli stati membri godendo dell’assoluta impunità.
In questo contesto l’immagine lugubre dell’ISIS sbiadisce e si depotenzia.
La verità alle volte è come Medusa, orribile da guardare in volto.

Torino 23 marzo 2016

                                                                                      Avv. Claudio BERRINO