Notizie da Dallas. Corteo pacifico di afroamericani: uccisi cinque poliziotti, feriti altri sette. C’è da domandarsi cosa sarebbe successo se il corteo non fosse stato pacifico…
“Pochi
morti ha detto Obama non possono condizionarci”. Per lui, come al solito, la
colpa è delle armi, che, come sanno tutti i buoni democratici, sono brutte e
cattive. Concorda con lui anche la peppietta isterica che aspira alla sua
successione.
Le
prefiche che leggono i telegiornali mediaset, e con loro il Cecchi Paone,
parlano di due fazioni contrapposte pei i fatti di Dallas. Da una parte la
fazione delle forze dell’ordine che sono lo Stato. Dall’altra la fazione di tutti
i buoni afroamericani. Due fazioni a confronto, come i tifosi di due squadre di
calcio.
Il
filosofo libanese Gadolernice è l’ideatore di un moderno teorema che recita: se
un africano uccide con un piccone tre italiani, è raptus. Se un italiano colpisce
con un pugno un africano è razzismo.
Sia
la RAI, nelle mani di Renzi, che Mediaset del buon figliolo di Berlusconi, hanno gareggiato tra loro nel fornire agli
italiani una interpretazione democratica e quindi falsa dello scontro stradale
in cui ha trovato la morte un africano mantenuto dalla caritas. Mai tanto
spazio e tanto nauseante delirio è stato dedicato dalle due reti ad una vicenda
come quella di Fermo.
Boldrine
e Boschine. La prima, nominata senza elezioni dai vendolini. L’altra, figlia di
un babbo per bene. Insieme, vestite di nero, come due cornacchie, si sono
presentate al funerale dell’africano di Fermo. Non hanno invece ritenuto degni
della loro augusta attenzione i funerali dei nove italiani massacrati in Bangladesh.
Il loro più o meno pregiato lato B, era in altre faccende affacendato. E poi
c’è chi dice che i renziani non sono razzisti.
Con
il sorriso ebete che manifesta nelle interviste, don Vinicio il prete, fa
trasparire il suo rimpianto per il mancato introito che la sua associazione, subisce
con il decesso di uno degli assistiti. Non ha visto nulla, ma accusa senza “cristiana
pietas”, il suo concittadino. E scopre solo ora che la maggior parte degli
abitanti di Fermo, a conoscenza dei contributi statali che incassa ogni mese,
non stava affatto dalla sua parte.
Ancora
mediaset. Non ha dimostrato vergogna, a far vedere più volte nei suoi
telegiornali l’italiano di Fermo, trascinato, piegato in due ed a testa bassa,
proprio come un bue al macello, all’interno del carcere. Talmente terrorizzato
dagli inquirenti, da donare i suoi poveri averi (mezza casa ed un piccolo
appezzamento agricolo) alla compagna dell’africano. Tutto per un pugno sferrato
per difendersi.
Torino, 14 luglio 2016
Prof. Gian
Carlo Pavetto