lunedì 20 maggio 2024

ANIMALI DA ARENA E DISAGIO SOCIALE

Amo gli animali che, nella mia scala valoriale, vengono prima di molti esseri umani e vivo in rapporto simbiotico con la Natura, ma l'ennesimo e terribile episodio del bambino dilaniato ieri da un pittbull mi induce ad alcune considerazioni. La prima di esse è che i pittbull sono cani da arena, geneticamente studiati, progettati e "costruiti" da una popolazione barbara quale era, ed è rimasta, quella inglese. Non sono animali da compagnia e nemmeno da difesa, ma poveri strumenti destinati al divertimento sanguinario, appannaggio di popolazioni prive di cultura e soprattutto di "pietas". La seconda osservazione è che - svolgendo una analisi di tipo sociologico- i possessori di questi oggettivamente pericolosi animali appartengono frequentemente a gruppi sottoculturali i quali, per ragioni di una improbabile visibilità sociale, desiderano caratterizzarsi attraverso il possesso di un animale che, per come è geneticamente progettato, può solo generare allarme quando non pericolo sociale. La terza considerazione è che in una Nazione "normale" il legislatore dovrebbe normativamente impedire la detenzione di animali pericolosi, siano essi leoni, alligatori, boa constrictor o cani da arena, mentre nel "Paese di Pulcinella " esporre a pericolo bambini, donne, uomini e, non ultimi, altri animali è assolutamente consentito. L'ultima considerazione, che è tale solo per ragioni di brevità, è che occorre considerare intollerabile la banalità e la conseguente manifestazione di ritardo mentale di quanti sostengono che "non esistono cani pericolosi ma padroni inadeguati" in quanto detto principio è sicuramente applicabile alle razze canine da compagnia, da guardia e da difesa, ma non anche a baracconi genetici costruiti per versare sangue nelle arene.

Claudio Berrino

venerdì 22 marzo 2024

LA FESTA DEL PAPÀ, OVVERO LA FESTA DEL DIO PRIMIGENIO

Martedì scorso si è celebrata la Festa del Papà e le innumerevoli attestazioni di amore filiale tributate al proprio genitore, vivente o scomparso, dagli utenti dei social conferma come la figura paterna rappresenti non solo un irrinunciabile polo affettivo ma anche un riferimento di natura simbolica. Il Padre è infatti il progenitore, il produttore di istituzioni, l'immagine della trascendenza ordinata e giusta, l'espressione di rispetto e devozione. Quanti martedì scorso hanno festeggiato il proprio padre non si sono limitati alla estrinsecazione di un sentimento di affetto ma hanno riconosciuto e celebrato, consapevolmente od inconsapevolmente, l'Ordine naturale dell'Uomo e dell'Esistenza. La Tradizione possiede sempre un valore profondo, incoercibile ed incorruttibile.

Avv. Claudio Berrino