Nei
giorni scorsi, in maniera frammentaria e spontanea, ho inserito sui
“social” brevi riflessioni in merito alla c.d. “Legge Fiano”,
evidenziandone la sua lesività di diritti individuali e collettivi.
Desidero ora dare una forma più “strutturata” al mio pensiero,
non finalizzata al “convincimento” di nessuno ma piuttosto allo
stimolo ad una analisi di buon profilo di questa brutta vicenda
italiana.
In
particolare, la legge approvata ieri dal Parlamento Italiano
denuncia, in primis, l’ignoranza quasi atavica dei nostri
rappresentanti politici, che approvando una simile mostruosità
normativa hanno dimostrato il loro imbarazzante profilo
intellettuale, caratterizzato da ignoranza giuridica e da ignoranza
storica. Come è noto ai più, ma evidentemente non a tutti, il tema
dell’ ”apologia di Fascismo” è normato dalla L.645/1952, nota
come “Legge Scelba”, che va a colpire << coloro che
promuovano o organizzino sotto qualsiasi forma la costituzione di
un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le
caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione
del disciolto regime Fascista >>. Questa norma,
pesantemente liberticida, legiferata e promulgata in un momento di
eccezionalità sociale, a pochi anni dalla fine di una guerra civile,
per le sue caratteristiche gravemente illiberali è stata oggetto di
numerosi interventi della Corte Costituzionale, la quale ne ha
limitato l’applicabilità, nel senso di andare a qualificare come
penalmente rilevanti solo quelle ipotesi di apologia concretamente
idonee alla riorganizzazione del Partito Fascista. E’ quindi
evidente, o almeno dovrebbe esserlo ad un Parlamentare medio e di
media cultura, come la limitazione sancita dalla Corte Costituzionale
rispetto alla Legge Scelba introduca un principio di rango
costituzionale cui le leggi ordinarie debbono adeguarsi, e con cui la
Legge Fiano è incompatibile. In altri termini, ancora più chiari,
quando le condotte si limitano alla sola propaganda rientrano
evidentemente nei limiti dell’art 21 della Costituzione che tutela
non solo la libertà di pensiero ma anche il diritto alla sua
manifestazione. Molti di noi ricorderanno un celebre aforisma di Ezra
Pound al riguardo, che così recitava :<<…la libertà di
parola senza libertà di diffusione è solo un pesce dorato in una
vaschetta sferica…..>>.
Ciò
premesso, acclarata l’ignoranza giuridica dei nostri Parlamentari,
possiamo svolgere brevi riflessioni sulla loro, non minore, ignoranza
storica. La “Legge Fiano” introduce l’art.292 bis del codice
penale nell’ambito dei delitti contro la personalità interna dello
Stato, articolo recante la “dicitura” << propaganda del
regime Fascista o del Partito Nazionalsocialista (n.d.r.dei
Lavoratori Tedeschi), ovvero delle relative ideologie, anche solo
attraverso la produzione , distribuzione, diffusione o vendita di
beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente
riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia (n.d.r. ad
es . Fascio Littorio) o la gestualità ( ad es. saluto romano) .
La
pena reclusiva prevista da questa legge “incredibile” è
compresa tra i sei mesi ed i due anni, ma sono previste aggravanti
ove i fatti siano commessi a mezzo di Internet. Si esclude quindi ,
in questa ultima ipotesi, l’autore del fatto dal beneficio della
sospensione della pena, ed al malcapitato si aprono le porte del
carcere. E questo in un paese in cui le porte del carcere non si
aprono più nemmeno per gli stupratori di fanciulle.
L’abominio
legislativo commesso dalla Camera dei Deputati con l’approvazione
della Legge Fiano ripercorre una perversione storico-religiosa,
probabilmente non nota all’On.le Fiano e neppure alla sua
Consulente Culturale, la “titolata” Ministra della Pubblica
Istruzione Fedeli, denominata Iconoclastia (da eikòn -immagine,
klào-rompo) sviluppatasi nell’impero Bizantino all’inizio dell’
VIII secolo, la cui base dottrinale era che la venerazione delle
icone sfociasse in una forma di idolatria (pagana) detta
“iconodulia”. Questa perversione religiosa provocò la
distruzione materiale di capolavori artistici, al pari di quanto
recentemente realizzato dall’ISIS a Palmira, a Mosul, a Nimrod, ed
al pari di quanto vorrebbero realizzare i nostri incolti e perversi
Governanti sui monumenti dei Fori Imperiali, sull’Altare della
Patria, sulle straordinarie opere d’arte realizzate dal Fascismo in
questo Paese in soli venti anni di azione politica. Qualora il Senato
approvasse il testo di questa Legge ed il Presidente della Repubblica
la promulgasse non resterebbe a, a questo Paese sfortunato, che
demandare la tutela del nostro patrimonio artistico ai terroristi
dell’ISIS. Per quanto concerne la difesa del Territorio Nazionale
dagli sbarchi dei migranti l’operazione è già stata realizzata,
nei giorni scorsi, con la Libia ……
Avv. Claudio BERRINO