La
brutta vicenda dell’accusa di stupro rivolta nei confronti dei due carabinieri
fiorentini consente di analizzare l’atteggiamento di quanti, professandosi di
Destra, o richiamandosi ai valori della “Tradizione”, hanno visceralmente
difeso, oltre ogni logico dubbio, il comportamento dei due militari che, in
orario di servizio, in divisa, armati, su auto di servizio, hanno accompagnato
due ragazzine ubriache sino al loro domicilio ed hanno consumato con le stesse,
consenzienti o dissenzienti che fossero, nell’androne e nell’ascensore dello
stabile, atti di natura sessuale.
L’oggetto della mia analisi, si badi, non vuole essere il fatto in sé, che si commenta da solo nel suo squallore, ma l’atteggiamento palesato da genterella “sui generis” che invocando malintesi valori della Destra e della Tradizione ha “sposato” acriticamente una linea difensiva volta al tentativo di legittimare una vicenda che legittimazione non può certamente avere.
Taluni, in un atto di “lealismo” incondizionato ed infantile di difesa ad oltranza della “Benemerita”, che identificano, in virtù di processi e percorsi mentali quanto meno “singolari” come “emanazione” della Cultura di Destra, hanno addirittura minacciato di togliere “l’amicizia” virtuale a quanti, sui “social”, si fossero posti in atteggiamento critico nei confronti degli autori dell’episodio.
L’atteggiamento di questi paladini dell’indifendibile lascia certamente perplessi, ed alla perplessità si accompagna la preoccupazione di avere come “sodali di area politica” perfetti imbecilli che confondono il nero della divisa della “Beneremerita” con l’ analogo cromatismo dell’orbace, senza comprendere che l’Arma dei Carabinieri non è né di Sinistra, né di Destra, ma un organo burocratico-militare statale, con compiti statutariamente di Polizia Militare e di Polizia Giudiziaria, alle dipendenze del Ministero della Difesa e “di concerto” con il Ministero dell’Interno.
Niente di meno, nulla di più.
Al contrario, la Storia recente e meno recente, ci insegna che l’Arma dei Carabinieri non ha mai manifestato particolari “riguardi” nei confronti della Destra e dei suoi rappresentanti, a partire dall’omicidio premeditato di Ettore Muti, eseguito a Fregene dal Tenente Taddei, della “Benemerita”, su ordine di Badoglio e, via seguendo, all’omicidio di Stefano Recchioni, un adolescente ucciso con un colpo di pistola alla fronte davanti alla sede missina di Acca Larentia, eseguito dall’allora Capitano dei Carabinieri Eduardo Sivori, alla repressione brutale dei moti di piazza missini di Reggio Calabria, alle recenti manganellate elargite generosamente a Simone Di Stefano a Roma in occasione della recente manifestazione di Casa Pound, in opposizione allo Ius Soli.
Questo perché l’Arma dei Carabinieri, ripeto, non ha un ruolo o una cultura politica, ma è un’organo armato strumentale allo status -quo governativo.
Difendere l’indifendibile non significa essere “di Destra”, ma semplicemente avere dei limiti intellettuali e di analisi gravissimi. Ed un “minus habens”, con buona pace degli egualitaristi, non potrà mai essere un Uomo di Destra.
Avv. Claudio BERRINO
L’oggetto della mia analisi, si badi, non vuole essere il fatto in sé, che si commenta da solo nel suo squallore, ma l’atteggiamento palesato da genterella “sui generis” che invocando malintesi valori della Destra e della Tradizione ha “sposato” acriticamente una linea difensiva volta al tentativo di legittimare una vicenda che legittimazione non può certamente avere.
Taluni, in un atto di “lealismo” incondizionato ed infantile di difesa ad oltranza della “Benemerita”, che identificano, in virtù di processi e percorsi mentali quanto meno “singolari” come “emanazione” della Cultura di Destra, hanno addirittura minacciato di togliere “l’amicizia” virtuale a quanti, sui “social”, si fossero posti in atteggiamento critico nei confronti degli autori dell’episodio.
L’atteggiamento di questi paladini dell’indifendibile lascia certamente perplessi, ed alla perplessità si accompagna la preoccupazione di avere come “sodali di area politica” perfetti imbecilli che confondono il nero della divisa della “Beneremerita” con l’ analogo cromatismo dell’orbace, senza comprendere che l’Arma dei Carabinieri non è né di Sinistra, né di Destra, ma un organo burocratico-militare statale, con compiti statutariamente di Polizia Militare e di Polizia Giudiziaria, alle dipendenze del Ministero della Difesa e “di concerto” con il Ministero dell’Interno.
Niente di meno, nulla di più.
Al contrario, la Storia recente e meno recente, ci insegna che l’Arma dei Carabinieri non ha mai manifestato particolari “riguardi” nei confronti della Destra e dei suoi rappresentanti, a partire dall’omicidio premeditato di Ettore Muti, eseguito a Fregene dal Tenente Taddei, della “Benemerita”, su ordine di Badoglio e, via seguendo, all’omicidio di Stefano Recchioni, un adolescente ucciso con un colpo di pistola alla fronte davanti alla sede missina di Acca Larentia, eseguito dall’allora Capitano dei Carabinieri Eduardo Sivori, alla repressione brutale dei moti di piazza missini di Reggio Calabria, alle recenti manganellate elargite generosamente a Simone Di Stefano a Roma in occasione della recente manifestazione di Casa Pound, in opposizione allo Ius Soli.
Questo perché l’Arma dei Carabinieri, ripeto, non ha un ruolo o una cultura politica, ma è un’organo armato strumentale allo status -quo governativo.
Difendere l’indifendibile non significa essere “di Destra”, ma semplicemente avere dei limiti intellettuali e di analisi gravissimi. Ed un “minus habens”, con buona pace degli egualitaristi, non potrà mai essere un Uomo di Destra.
Avv. Claudio BERRINO