Appaiono forse analoghi al ballo sul ponte di una
nave in procinto di affondare. Eppure bisogna vincere la riluttanza, la
repulsione per l’inutile e guardare, osservare, fotografare le maschere che danzano
intorno al fuoco delle vanità. Un fuoco dalla luce fioca, che produce più ombre
che profili leggibili. Tappiamoci dunque il naso, e caliamoci nel liquame
politico, per analizzarlo, per conoscere meglio il fetore del nemico.
Amici, non vi è che l’imbarazzo della scelta …….Possiamo guardare a Destra, a
Sinistra, al Centro, ai movimenti pseudo-populisti per tentare di vedere
differenziazioni, distinzioni, dissimilitudini, ma senza scorgere spunti che
possano portarci a comprendere quale sia la differenza, la diversità culturale
ed antropologica fra questi figuranti. Un magma uniforme, un fango ribollente,
che di prova elettorale in prova elettorale allontana e disgusta la
popolazione, e che alimenta il primo partito politico d’Italia. Quello
dell’astensione. Alcuni interpreti di questo Teatro delle Marionette si
professano Europeisti (leggasi filo- Unione Europea). Altri si dichiarano
Anti-Europeisti, ma si rendono disponibili alle “gros-coalitions” con gli
Europeisti fautori della “moneta unica” e del “pensiero unico” perché
……..”uniti si vince”. Alcuni pseudo-fautori di una cultura identitaria e non
“inclusiva” per dimostrare la propria “modernità” sono disposti a perdere
dignità e credibilità inserendo nelle proprie liste elettorali un candidato non
particolarmente identitario ed a condividere con lui le movenze scimmiesche ed
il gusto plebeo di una danza che non appartiene propriamente alla Cultura
Occidentale. Una esibizione patetica e di pessimo gusto improvvisata sopra una
bandiera evocativa di una appartenenza patria, che così viene volgarmente
oltraggiata. In questo contesto deprimente e decadente oggi si levano i lugubri
vaticini dei burocrati del Fondo Monetario, che invocano l’applicazione di una
“tassazione moderna” (sic!) sul bene-rifugio per eccellenza del Popolo
Italiano. Uno scenario dequalificato ed avvilente, una oscurità nella quale si
scorgono alcuni bagliori di vitalità politica, di ribellione razionale, di
vitalismo dimenticato. Il risultato conquistato da quella che da oggi è la terza
forza politica di Lucca indica che l’azione quando si sostituisce alla promessa
manichea ed al “luogocomunismo” determina i prodromi del cambiamento,
dell’uscita dagli schemi, del ritorno ad una speranza di affrancamento dalla
tirannia di un sistema distopico. E’ presto per dire che questo sia l’inizio di
un processo di cambiamento, ma tutti noi non possiamo che auspicarlo,
Avv. Claudio Berrino