domenica 24 novembre 2019

IL DIROCCAMENTO DELLO STATO

Il crollo odierno (n.d.r. 24.11.2019) del viadotto sull'Autostrada A6 Torino Savona costituisce l'immagine plastica del degrado dello Stato e dell'amministrazione della cosa pubblica.
Il sistema parassitario di redistribuzione della ricchezza adottato dal nostro Paese successivamente all'ingresso nell'Unione Europea, che vede l'Italia portatrice di un costante "residuo fiscale passivo " ovvero di una consolidata differenza a credito tra quanto versato alle casse dell'U.E. e quanto poi da questa restituito al nostro territorio, unitamente ad una penosa inadeguatezza della macchina statale, povera di mezzi e di professionalità, determina l'impossibilità di assicurare una adeguata manutenzione al patrimonio pubblico con una conseguente esposizione a rischio della vita dei Cittadini ed una interruzione sistematica dei pubblici servizi.
La brutta vicenda di Taranto, del suo inquinamento ambientale, del rischio di una sua deindustrializzazione segue di circa un anno il crollo del Ponte Morandi e l'eccidio di inermi cittadini che ne è derivato nonché il successivo crollo del viadotto di Fossano.
Il collassamento odierno del viadotto sulla Torino Savona si inserisce in questo contesto di degrado e di tradimento dell'interesse collettivo.
Il nostro Erario ha le aliquote di tassazione tra le più alte del mondo e non restituisce nulla ai Cittadini in termini di servizi dovendo drenare il gettito fiscale a pressoché esclusivo vantaggio della "piovra" di Bruxelles.
Eppure in Italia vi sono stati momenti storici diversi, in cui lo Stato bonificava le paludi, costruiva ospedali, erigeva scuole e strutture assistenziali, si occupava amorevolmente dei propri Cittadini che considerava figli e non servi.
Le libertà forse erano formalmente attenuate rispetto a quelle proclamate ma non garantite oggi, ma la qualità e la dignità della vita erano tutelate e l'Uomo era costantemente al centro delle attenzioni della Nazione.

Avv. Claudio Berrino

domenica 17 novembre 2019

LA FUCINA DI VULCANO

Le fucine posseggono una grande forza evocativa.
Plasmare i metalli conformandoli alle esigenze dell’Uomo significa dare una forma plastica all'azione di questo sulla Materia, determinando una sua primazia.
La storia dell’ILVA è paradigmatica di come il Sistema Italia sfugga alle regole della logica, conducendo al paradosso di vedere gli investitori, italiani e stranieri, penalizzati da iniziative giudiziarie che ieri hanno portato al centro della loro azione inquirente la famiglia Riva ed oggi vedono i vertici della società Arcelor Mittal quali possibili destinatari di una ipotesi di contestazione di reato di distruzione di mezzi di produzione.
La vicenda dell’acciaio si inserisce nella più ampia dimensione della globalizzazione, una mostruosità figlia della terza rivoluzione industriale, che ha reso lecito ad alcuni Paesi detentori di normative irriguardose delle condizioni di lavoro dei propri cittadini, e con conseguenti costi di produzione ridottissimi, l'esercizio di un vero e proprio dumping sociale nei confronti di altri Paese dotati di normative maggiormente garantiste e conseguentemente atte a determinare un costo del lavoro assai più elevato.
In Italia le acciaierie cinesi, prima fra tutte la Norinco, sono nelle condizioni di offrire forniture a prezzi imbattibili e penalizzanti per le imprese italiane, al punto da determinarne una marginalizzazione dal mercato.
Il protezionismo etico non rientra purtroppo tra i programmi del nostro Governo che, al contrario, si prefigge obiettivi di apertura al mercato globale riscoprendo nuove e improbabili “vie della seta”, decretando scientemente la morte del proprio tessuto produttivo ed aizzando il potere Giudiziario nei confronti di quelle imprese che potrebbero con il loro apporto finanziario e gestorio migliorare la produzione italiana.
La nostra Nazione si sta avviando verso il baratro del disastro sociale in quanto la Popolazione ha ormai compiutamente compreso che l’assenza di una sovranità monetaria impedisce di destinare risorse pubbliche alle attività produttive, alla Sanità, alla Scuola ed alla Difesa, ma una “sospensione” della Democrazia decretata dall’Eurocrazia di Bruxelles attraverso i suoi servitori italiani non consente al Corpo Elettorale di tornare alla urne e modificare un assetto gestorio fallimentare.
L’auspicio è che, presto o tardi, il fuoco del Dio Vulcano, incarnato dalla volontà del Demos, divori e distrugga i nemici, interni ed esterni, della nostra Nazione riconsegnandola alla propria Sovranità, alla propria Grandezza, alla propria Storia, al proprio benessere sociale.

Avv. Claudio Berrino.

lunedì 11 novembre 2019

IL NEGAZIONISMO DELL'INTELLIGENZA

Un sistema giuridico quando introduce il reato di opinione cessa di essere democratico.
La Storia normalmente viene scritta dai vincitori ed un processo di revisionismo, inteso come riesame obiettivo dei fatti occorsi, con l'allontanamento dei coinvolgimenti emotivi determinato dal trascorrere degli anni rientra nella più assoluta normalità.
L'introduzione di divieti, da parte dello Stato, all'analisi dei fatti storici appare una curiosa forma di dogmatismo laico da cui prendere le distanze.
Ricordiamo tutti quando nei decenni compresi tra gli anni '50 e gli anni '70 veniva politicamente negata dal Governo italiano l'esistenza del genocidio del Popolo Fiumano e la stessa esistenza delle Foibe.
Un vergognoso muro di silenzio e di omertà infranto dal coraggio intellettuale dell'allora Presidente della Repubblica Cossiga che però, per quanto ricordo, non produsse condanne giudiziarie per negazionismo a carico di nessuno.
In questi giorni in Germania una signora novantenne è stata condannata a 5 anni di reclusione per negazionismo senza sospensione della pena ed in Italia è stata costituita una Commissione Parlamentare destinata a sanzionare chiunque professi idee considerate idonee a generare razzismo od odio, secondo criteri del tutto imprecisi ed evanescenti.
Al di là della banale considerazione che l'apologia di crimini, al pari della loro negazione, sia destinata comunque a generare indignazione, non vi è chi non comprenda come trasformare una ripulsa etica in una sanzione normativa significhi comprimere un diritto fondamentale quale la libertà di pensiero ed espressione.
L' illogicità dell'iniziativa non può che creare il legittimo timore che, da oggi, vengano usati strumenti parlamentari finalizzati a garantire la cristallizzazione del Potere attraverso la repressione e la criminalizzazione dell'opposizione politica.
Così nascono le dittature. 

Avv. Claudio Berrino