Il crollo odierno (n.d.r. 24.11.2019)
del viadotto sull'Autostrada A6 Torino Savona costituisce l'immagine
plastica del degrado dello Stato e dell'amministrazione della cosa
pubblica.
Il sistema parassitario di redistribuzione della ricchezza
adottato dal nostro Paese successivamente all'ingresso nell'Unione
Europea, che vede l'Italia portatrice di un costante "residuo fiscale
passivo " ovvero di una consolidata differenza a credito tra quanto
versato alle casse dell'U.E. e quanto poi da questa restituito al nostro
territorio, unitamente ad una penosa inadeguatezza della macchina
statale, povera di mezzi e di professionalità, determina l'impossibilità
di assicurare una adeguata manutenzione al patrimonio pubblico con una
conseguente esposizione a rischio della vita dei Cittadini ed una
interruzione sistematica dei pubblici servizi.
La brutta vicenda di
Taranto, del suo inquinamento ambientale, del rischio di una sua
deindustrializzazione segue di circa un anno il crollo del Ponte Morandi
e l'eccidio di inermi cittadini che ne è derivato nonché il successivo
crollo del viadotto di Fossano.
Il collassamento odierno del viadotto
sulla Torino Savona si inserisce in questo contesto di degrado e di
tradimento dell'interesse collettivo.
Il nostro Erario ha le aliquote di
tassazione tra le più alte del mondo e non restituisce nulla ai
Cittadini in termini di servizi dovendo drenare il gettito fiscale a
pressoché esclusivo vantaggio della "piovra" di Bruxelles.
Eppure in
Italia vi sono stati momenti storici diversi, in cui lo Stato bonificava
le paludi, costruiva ospedali, erigeva scuole e strutture
assistenziali, si occupava amorevolmente dei propri Cittadini che
considerava figli e non servi.
Le libertà forse erano formalmente
attenuate rispetto a quelle proclamate ma non garantite oggi, ma la
qualità e la dignità della vita erano tutelate e l'Uomo era
costantemente al centro delle attenzioni della Nazione.
Avv. Claudio Berrino