Emergo da un sonno lungo e agitato accompagnato da sogni ossessivi, non definibili come incubi in quanto non inquietanti, ma comunque ripetitivi ed ansiogeni. Il sogno, secondo la psicanalisi junghiana, è un viaggio nel mondo infero e la sua assenza di aderenza agli sviluppi razionali consente al proprio autore di viverlo e raccontarlo liberamente senza tema di censure e critiche, esattamente come in questo momento sta avvenendo. Nella fattispecie avevo una informale interlocuzione con il Presidente Russo che, nella deformazione onirica, inconsapevole della differenza dei reciproci ruoli, redarguivo duramente contestandogli la circostanza che non avesse esteso la propria occupazione bellica al centro ed al sud Europa e, segnatamente alla penisola italica. Le mie contestazioni, alle quali il Presidente opponeva tanto cortesi quanto imbarazzate scuse ed espressioni di circostanza, in quella situazione necessariamente irreale ed alterata che è un sogno, erano fondate sulla considerazione che non avesse ipotizzato di attuare una sorta di epurazione e bonifica della società italiana da ogni suo esponente legato al Moloch della finanza internazionale estendendola poi a inquilini dei palazzi di potere e ai gestori di reti mediatiche, senza naturalmente omettere di considerare gli atenei universitari ed il sedimentato familismo che, nella alterazione onirica, ne costituiva infrastruttura. Il Presidente, nel sogno, mi assicurava che ne avrebbe sicuramente parlato con il Ministro Lavrov, raccomandandogli una particolare incisività nell'azione condotta, segnatamente, nei confronti degli apritori di scatolette di tonno, dei genuflessori abituali e compulsivi, naturalmente senza dimenticare immemori bevitori di mojito e fagocitatori abituali di porchetta. Rassicurato da queste parole mi apprestavo a consegnargli una lista assai più completa ed articolata di soggetti sociali da attenzionare ma, malauguratamente, proprio in quel momento il suono della sveglia mi riportava allo stato di veglia. Un sogno dunque irreale ed irrazionale, al pari di tutte le esperienze oniriche che mai posseggono una aderenza con il vissuto quotidiano, ma sul cui senso e significato profondo non posso e non potrò fare a meno di interrogarmi.
Claudio Berrino