Si stanno consumando le ultime calde ore di un mese di agosto anomalo, in cui la rilassatezza estiva è stata sostituita dalle tensioni generate dall’approssimarsi di un autunno che potrà avere risvolti inediti e negativi. L’ausilio della politica, intendendo per essa l’appuntamento elettorale - rito divenuto inconsueto nel nostro Paese - del 25 settembre ormai si palesa agli occhi di tutti come un evento che, ricorrendo ai vecchi schemi di voto "utile", non potrà portare elementi solutori dei problemi, in quanto i partiti che si contrappongono, nella quasi loro totalità, sono stati gli artefici od i complici di quanti hanno generato la situazione dannosa.
In questo tunnel buissimo, caratterizzato dal venir meno del rapporto fiduciario da parte del corpo elettorale nei confronti delle Istituzioni legislative, si riesce però a scorgere la luce scaturita dalla formazione di nuove aggregazioni politiche che hanno il grande pregio di concorrere ad offrire una valida alternativa alla opzione dell’astensione.
Si tratta di "veicoli politici" che sono riusciti a superare le insidie dello "startup" attraverso una difficilissima raccolta di firme agostana e che meritano di essere premiati da quanti non si riconoscono in un sistema economico-politico creato e strutturato per gestire contemporaneamente tanto la maggioranza quanto l’opposizione in ossequio a pseudo valori che sostituiscono l’amore per il proprio Popolo e la propria Etnia con l’adesione a progettualità finanziarie antinazionali ed anti identitarie.
In questo contesto di novità è meritevole certamente di attenzione la lista Italexit perché ha avuto il pregio di inserire la candidatura di Carlotta Chiaraluce, superando un “tabù” preclusivo nei confronti di chi appartiene ad uno schieramento politico autenticamente e genuinamente di Destra, ammesso che si possano ancor oggi utilizzare i desueti termini geopolitici che hanno caratterizzato il parlamentarismo dello scorso secolo. Il tempo contemporaneo ci indica ormai come le reali categorie tra loro antagoniste non sono più quelle della Destra e della Sinistra, ma quelle del Particolarismo nazionale contrapposto alla Globalizzazione mondialista.
Parrebbe dunque auspicabile che, proprio in virtù di quest’ultima considerazione, tutte le forze politiche antisistema che riusciranno a varcare la soglia del parlamento concorrano a formare un fronte nazionale comune superando quelle divisioni utili esclusivamente al Sistema ed ai suoi servitori.
Claudio Berrino
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