In questi giorni il dibattito è animato dal confronto tra gli estimatori ed i detrattori di quella sacrosanta reazione umana che ha condotto un pover’uomo di gioielliere a difendere sé stesso, la propria famiglia ed il proprio patrimonio da una aggressione di rapinatori, per poi vedersi condannare ad una pena detentiva elevatissima e ad un risarcimento danni per lui finanziariamente insostenibile.
Riassumendo sinteticamente i fatti, il gioielliere avrebbe ecceduto i limiti consentiti dall’ordinamento uccidendo due dei rapinatori nel tempo immediatamente successivo alla rapina, e pertanto sarebbe stato reo, secondo la magistratura di primo grado, del reato di omicidio volontario.
La vicenda è stata analizzata da Avvocati e Giuristi, ma inopportunamente in quanto non riveste valenza giuridica ma essenzialmente politica e sociologica.
Brevemente, in Italia il nostro codice penale non consente l’esercizio della legittima difesa per tutelare il proprio patrimonio ma esclusivamente la propria vita ed integrità fisica, senza considerare che il patrimonio legittimamente costruito richiede alle volte una intera esistenza dedicata al lavoro e diviene quindi null’altro se non una estensione della vita stessa.
In altri termini chi è artefice del proprio piccolo patrimonio, individuale o familiare, investe nella sua creazione aliquote della propria vita ed Etica e Logica vorrebbero una legittimazione giuridica all’esercizio della sua difesa da aggressioni criminali.
I nostri attuali uomini politici, prescelti dalla segreterie dei partiti, sono purtroppo caratterizzati da modesta formazione culturale, prima che didattica, e anche quando visceralmente sentono di esprimere condivisione per chi a giudizio dell’ordinamento eccede nell’esercizio del diritto di difesa non considerano di essere esosamente retribuiti dal Popolo italiano per svolgere una funzione legislativa, ovvero per modificare quelle norme di legge che non sono più percepite come eque dalla sensibilità collettiva.
Una sensibilità collettiva che oggi in larga misura ammette l’uso della più ampia espressione del diritto di legittima difesa nei confronti di quei criminali che attentano alla vita dei cittadini onesti ed al loro piccolo patrimonio.
Parliamo ovviamente di piccoli patrimoni o di patrimoni familiari perché i grandi patrimoni in Italia ricevono dal Sistema la più ampia tutela ed impunità.
Sintantoché la politica non interverrà per modificare le norme primarie e secondarie del nostro ordinamento ma resterà misera serva degli interessi stranieri, divenendo succube di quel sistema giuridico internazionale che non tollera più l’esistenza di un piccolo patrimonio individuale ma esclusivamente la presenza di aggregazioni finanziarie proprie del sistema capitalistico globale, le esternazioni di quei segretari di partito che dichiarano di “stare con il gioielliere” non avranno valore se non di demagogiche ed irritanti frasi di convenienza.
Claudio Berrino
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