Sarebbe bello ascoltare ogni tanto tematiche di Destra.
Purtroppo ciò non avviene, e si assiste al paradosso di sentire rappresentanti
del pensiero politico Tradizionale esprimersi, inconsapevolmente, con tematiche
egualitariste.
Una inconsapevolezza molte volte dettata da leggerezza, da
disattenzione, da superficialità di analisi storica o ignoranza della Teoria
Generale dello Stato sfociante nel peggiore dei mali del nostro tempo, il “luogocomunismo”. E’ di questo ultimo periodo
la “vulgata” che vorrebbe reintrodurre la Coscrizione Obbligatoria quale
strumento per migliorare le qualità dei nostri cittadini. Nelle intenzioni di
chi la sostiene una sorta di concentrato di lezioni di Educazione Civica da
somministrare nel corso di dodici mesi, evidentemente sostitutiva dell’inadeguatezza
delle famiglie che non sanno più “allevare” ed educare i ragazzi, e della
Scuola di Stato - gestita da un Ministro ( o meglio, come dicono i “sinistri” da
una “ Ministra”) munita di diploma della scuola dell’obbligo - che non è nelle condizioni di istruirli. Questo “prodigio” avrebbe il miracoloso risultato di trasmutare
un giovane da disadattato in probo cittadino, o in qualcosa di simile. La
“teoria” è intrisa di una concezione di statalismo viscerale che dovrebbe fare
sobbalzare sulla poltrona e disgustare chi la ascolta, soprattutto se questi si
è formato sui valori della Destra. Purtroppo ciò non accade perché i valori
della Tradizione hanno subito una sorta di inquinamento culturale che ha portato a considerare la “Naja” come
qualcosa di Patriottico e formativo. Nulla di più inveritiero. La Coscrizione
Obbligatoria è portato diretto della cultura democratica e illuminista, ovvero
di quella cultura che ha sostituito il concetto di Corporzione e di Militia con
quello dell’appiattimento egualitaristico. Una mostruosità Hobbesiana che legittima
lo Stato Burocratico a nutrirsi delle risorse dei cittadini attraverso
l’imposizione fiscale e della vita dei loro figli attraverso l‘obbligatorietà
del “Servizio Militare”. Ovvero di un –
anche etimologicamente – asservimento coattivo al Leviatano. Non vi è merito nell’essere
servi, non vi è merito nel sentirsi servi, non vi è merito nel volere imporre
l’altrui asservimento. Sia esso fiscale, che generazionale, ovvero votivo della
vita dei figli dei cittadini, da immolare sull’Altare dello Stato, che non è
l’Altare della Patria. Lo Stato e la
Patria sono due concetti diametralmente antitetici, che vengono contrabbandati
dai manipolatori del linguaggio come sinonimi. La Patria è un concetto nobile,
è la Terra dei Padri, è un perimetro sacro e inviolabile di etnie e di valori
condivisi, è la Collettività culturalmente omogenea. Lo Stato è l’apparato
burocratico, l’espressione sociale
egualitaristica delle tesi dell’Idealismo Tedesco prima e del Marxismo
dopo. Un Esercito Volontario assolve al compito di formare delle élites
militari vocazionalmente inclini al Nobile Mestiere delle Armi. Un compito che
non può essere assolto da tutti, perché non tutti hanno capacità e soprattutto
vocazione militare. Perché gli uomini, piaccia o non piaccia, non sono tutti
uguali tra loro.
Avv. Claudio Berrino