Un tempo ritenevo che i Vampiri fossero creature leggendarie partorite dalla
fantasia di Bram Stoker o ascrivibili ai miti popolari della Transilvania. Con
la maturità ho cominciato a percepire la loro natura di entità reali. Il
vampiro reale è colui che, al pari del suo omologo di fantasia, ti sottrae
benessere, denari, spazi di vita privata, certezze, abitudini. Queste creature
parassitarie vivono all'interno di consessi istituzionali ed attraverso una
melliflua opera di acquisizione di consenso abbandonano la loro condizione di
irrilevanza umana e sociale e vengono deputati ad assumere decisioni
strategiche, aventi riflessi diretti sulle altrui esistenze, alle quali non
sono idonee per malafede, insipienza e pochezza. La loro opera si concretizza
nel malevolo svuotamento dell'altrui patrimonio umano, nelle sue declinazioni
finanziarie, personali e morali. I recettori dei provvedimenti di queste insane
creature vengono privati delle loro ricchezze attraverso il ricorso ad una
tassazione eccessiva, del loro tempo attraverso l'esposizione ad incombenze
burocratiche perfettamente inutili, della loro dignità attraverso la negazione
dei loro diritti sociali, della loro libertà attraverso la censura, preventiva
e successiva, attuata dai canali mediatici. Sono creature che si reputano
immortali, anche se la letteratura ci insegna che molte volte un paletto di
frassino sapientemente piantato nel loro sterno è nelle condizioni di porre
fine alle loro malefatte. Pare infatti che le collane di aglio siano ormai
insufficienti allo scopo.
Claudio Berrino