mercoledì 15 gennaio 2025

LA DECADENZA

Partecipare a cene sociali costituisce il migliore strumento per svolgere analisi antropologiche sulle persone che talvolta si ha la sventura di incontrare. La borghesia italiana si nutre di luoghi comuni, discorsi banali e di ostentazione delle piccole e grandi ricchezze che compensano la misera vita di quanti dedicano la loro intera giornata alla conquista di una effimera, e talvolta simulata, agiatezza economica. Le riunioni conviviali associative sono il tripudio dei sacchi gastrici dilatati, dei doppi menti, delle mani grassocce, dei crani glabri, dei polsi nodosi ingentiliti da improbabili orologi svizzeri, dell' "eleganza" sguaiata dei gessati di stile gangsteristico indossati da personaggi di modesta statura, fisica oltreché morale. Le "Signore" non sono da meno, abbigliate come ventenni nonostante una condizione anagrafica matura e truccate come femmes fatales senza esserlo. Scriveva negli anni '70 Pasolini che "La volgarità è il momento di pieno rigoglio del conformismo" ed ancora "Il mio odio per la borghesia è in realtà una specie di ripugnanza fisica verso la volgarità piccolo-borghese, la volgarità delle buone maniere ipocrite, e così via. Forse soprattutto perché trovo insopportabile la grettezza intellettuale di questa gente”. Un crescente sentimento antiborghese ed un connesso disprezzo nei confronti di quel ceto sociale reputo possa costituire ormai l'ultimo antidoto contro il veleno ed il degrado del tempo presente, in attesa di una trasmutazione valoriale che ripristini l'ordine naturale violato.

Avv. Claudio Berrino

IL TEMPIO E IL MERCATO

Le polemiche, talvolta sterili quando non pretestuose, che hanno accompagnato la manifestazione commemorativa che si è svolta a Roma lo scorso 7 gennaio originano da un grossolano difetto di analisi di quanti, dei loro autori, non sanno o non vogliono distinguere la Destra conservatrice da quel differente Pensiero che è insieme religione ed ortoprassi e con la prima non presenta alcuna similitudine. Pare paradossale che il terzo potere dello Stato, attraverso le sue Procure, stia indagando su composti comportamenti che afferiscono alla spiritualità e ad un sistema valoriale differenziato ovvero a sentimenti nobili e profondi che, per la loro importanza, meriterebbero di essere rispettati anziché ostacolati e repressi. La dimensione della spiritualità non è quella della politica perché il Tempio non è mercato. 

Avv. Claudio Berrino

LA VIOLAZIONE DELLA DIMENSIONE ESTETICA DELL'IMMAGINE

Ieri si è spento un fotografo italiano che aveva costruito la propria notorietà professionale attraverso l'iperbole comunicativa dell'immagine violenta. Una strategia propalativa che mi ricordava, nella differente forma espressiva della narrazione, alcune opere di Curzio Malaparte, autore incline a creare nel lettore il sussulto dello stupore. La tecnica fotografica dello scomparso purtroppo generava effetti assai più laceranti di quelli prodotti da una narrazione sensazionalistica, che comunque richiedeva la mediazione elaborativa del lettore. In altri termini la violenza dell'immagine può sortire effetti psicologici destabilizzanti e produrre disagio se non sofferenza collettiva nella sua visione. Vi è dunque da chiedersi se la libertà di diffusione di immagini sconvolgenti quando non traumatizzanti possa rientrare nei parametri relazionali accettabili di una società civile, oppure costituisca espressione ed abuso violento di una malintesa concezione di libertà. Per il resto parce sepulto.


Avv. Claudio Berrino