Molti politici, appartenenti anche a schieramenti contrapposti, nella commemorazione dei due giovani poliziotti assassinati da un criminale straniero all'interno della Questura di Trieste, li hanno definiti "Servitori dello Stato", riproponendo una definizione coniata dalla Sinistra negli anni '70, ai tempi delle agguati terroristici delle Brigate Rosse.
Una definizione inopportuna ed irritante perché un poliziotto o un militare tutto può essere tranne che un Servo di qualcuno, men che meno della struttura burocratica alla quale appartiene.
Un milite, oltre ad essere essenzialmente un Uomo Libero, è al più un Difensore degli altrui diritti, primo tra tutti il diritto alla vita ed alla integrità fisica. Definire una persona "Servo", significa sminuirne il prestigio e la dignità, evidenziandone un malinteso senso di subordinazione e soprattutto avere scarsa padronanza della semantica lessicale. Molti politici, prima di parlare, farebbero bene a riflettere sul significato e sul peso delle proprie parole.
Avv. Claudio BERRINO
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