Sono "ristretto" in
casa, come milioni di altri italiani. Non mi associo ai flashmob
pseudo-patriottici sul balcone perché li percepisco come una deprimente
pagliacciata suggerita da chi ci ha posto in questa situazione e che di
"patrio sentire" non ne possiede affatto, ma utilizza dozzinali mezzucci
di psicologia di massa per depotenziare il malumore ed il legittimo
rancore di chi subisce, probabilmente senza rendersene conto, una
immeritata compressione dei propri diritti fondamentali. Nei miei
"arresti domiciliari " medito sul concetto di Libertà, un bene prezioso
che da troppo tempo vedo vilipeso in ossequio ai valori del "Mercato",
della finanza, della sovranazionalitá, della multiculturalità, della
mortificazione dell'Ordine Naturale dell'Uomo, a favore dell'interesse
di gruppi di potere che sfuggono ad una classificazione convenzionale e
che oggi ci gratificano con guerre commerciali e, forse, innaturali
pandemie. Penso di non potere uscire di casa senza necessità di una
autocertificazione "su Modello Ministeriale" che qualora venisse
disgraziatamente contestata nella sua veridicità mi esporrebbe ad una
condanna penale per "violazione dell'ordine dell'Autorità". Penso ancora
che per tutta la vita ho ascoltato sermoni noiosissimi impartiti da
beceri alfieri di una malintesa "libertà" confusa con la licenza, che ho
sempre valutato con estremo sospetto perché memore di quando i miei
genitori e progenitori mi raccontavano che un tempo la Libertà esisteva
veramente. Era una Libertà effettiva, mi chiarivano, anche se limitata
da regole rigorose che la rendevano forse attenuata ma apprezzabile
perché consentiva ad una persona onesta di programmare la propria
esistenza, di creare una famiglia, di condurre una vita serena senza
tutte le incertezze derivate da crisi finanziarie, tensioni sociali,
conflitti multiculturali, prelievi fiscali al limite della rapina,
impunità garantite a ladri, comuni ed istituzionali, che in questi anni
abbiamo sperimentato. Le generazioni che ci hanno preceduto hanno subito
i disagi delle guerre, ma vi è da chiedersi se queste siano state
davvero provocate dal desiderio di primazia nazionale oppure determinate
da interessi esterni che giudicavano intollerabile una compressione del
loro potere finanziario. La Libertà non può mai essere intesa come
assoluta, perché altrimenti cessa di essere tale diventando lesiva delle
altrui libertà e deve essere subordinata alla Legge, ma la Norma non è
mai un frutto spontaneo. Viene generata da un Sistema sociale che quando
non è improntato a regole etiche non è dissimile dalla peggiore
malavita e produce norme criminali.
Claudio Berrino