Dal primo luglio 2020 la nuova soglia per i pagamenti in contanti sarà di 2.000 euro. Il limite scenderà ancora, arrivando a 1.000 euro, a far data dal 1° gennaio 2022. Detti limiti saranno, di fatto, operativi anche in termini di prelievi bancari eseguiti da parte dei titolari dei conti correnti in quanto in virtù di una recente modifica normativa verranno obbligatoriamente segnalati i nominativi dei loro autori dalla banca alla UIF, ovvero alla Unità di Informazione Finanziaria, per conseguenti accertamenti fiscali. In breve, questo significa che la libertà di detenzione legittima da parte della popolazione, oltreché di uso, di denaro contante verrà affievolita e si attuerà un suo progressivo trasferimento a favore delle Banche che ne acquisiranno la corrispondente disponibilità. I cittadini potranno utilizzare la moneta elettronica ma nei limiti dei volumi di trasferimento quotidiani e mensili consentiti dagli istituti di credito. I cittadini con sofferenze bancarie in atto o con segnalazioni alla "centrale rischi" del sistema bancario non potranno essere titolari di carte di credito e, pertanto, saranno votati alla illegalità per garantirsi la propria sopravvivenza. Al di là della circostanza obiettiva che viene inibita una libertà fondamentale dei Cittadini, tutelata costituzionalmente dall'art. 42 della Carta Costituzionale che contempla il diritto alla proprietà privata, la quale può essere mobiliare (denaro) od immobiliare, e ne sancisce il riconoscimento e la garanzia da parte della legge, non può non sfuggire come attraverso questo provvedimento governativo venga attuato un finanziamento occulto a favore del sistema bancario a spese della popolazione italiana la quale, di fatto, viene depatrimonializzata per un corrispondente importo. In questi ultimi mesi altre libertà costituzionali fondamentali quali il diritto alla riunione e alla libera circolazione nel territorio nazionale, sono state violate nonostante gli appelli rivolti al Quirinale da costituzionalisti del profilo di Sabino Cassese ma questo ultimo provvedimento, di evidente ed intrinseca illiberalitá, segnerà lo spartiacque tra la fine dello Stato di Diritto e l'inizio della Tirannia. L'Italia avrebbe in questo momento assoluta necessità di una pacata e consapevole disobbedienza civile e di un personaggio pubblico di comprovate capacità disposto a focalizzarla. Un evento improbabile ma, la Storia ci insegna, non impossibile.
Claudio Berrino