sabato 26 giugno 2021

LA TECNOLOGIA DEL CONTROLLO

La riflessione della luce sulla parete del mio soffitto mi induce serenità. Tutto quanto trova mediazione, sia essa visiva, uditiva o cromatica attraverso una "decantazione ", un "fermo immagine " od anche solo un "rallentamento" mi consente di osservare anziché guardare distrattamente, di soffermarmi con la necessaria lentezza senza perdere la percezione dello scorrere dei fotogrammi della vita. Le rivoluzioni industriali hanno modificato la qualità dell'esistenza dell'uomo peggiorandola sensibilmente. La velocità della trasmissione dei dati ha comportato una sovraesposizione lavorativa ed energetica che ha compresso i nostri spazi di libertà. Quando ero un giovane avvocato la corrispondenza epistolare aveva tempistiche normali, fisiologiche ed "umane". Mediamente occorreva una settimana affinché una missiva venisse scritta e consegnata, ed un'altra settimana trascorreva prima che giungesse una risposta. Oggi la tecnologia ha brutalmente velocizzato ogni flusso di dati e tra l'inoltro di una mail, la sua ricezione ed il ricevimento della risposta trascorrono ore se non pochi minuti. È un ritmo innaturale di frenesia antivitalistica e quindi mortifera che ha azzerato i tempi necessari alla riflessione ed all'esercizio dello spirito critico. Il sistema ci ha "ingabbiato " contrabbandando le nuove catene digitali come strumenti di progresso anziché di regressione e schiavitù. Il tempo che riusciamo a dedicare a noi stessi è assolutamente inadeguato e questo nostro indotto limite è null'altro se non l'impercepibile strumento di contenzione adottato dal sistema nei nostri confronti. La riacquisizione della libertà tramite il ritorno della prevalenza delle scelte autonome su quelle eteronome passerà necessariamente attraverso la distruzione, rivoluzionaria o pacifica che sia, della tecnologia digitale e, con essa, il ritrovato rallentamento dello scorrere del tempo che ci è dato vivere.

Claudio Berrino

venerdì 4 giugno 2021

ORDINE E CAOS

Le scienze sociali, mutuando un concetto proprio della meccanica quantistica e della termodinamica, interpretano l'entropia come il grado di disordine di un sistema. In natura avviene sempre un aumento spontaneo del disordine e non avviene mai una sua diminuzione spontanea.

Al concetto di entropia sono assimilabili i fenomeni caotici che richiedono, per essere arginati, un innaturale ma necessario riordino del sistema.

Il compito della Destra tradizionale è identificabile con una funzione di riduzione dell'entropia sociale, di argine alla disgregazione valoriale, di trasmutazione delle componenti sociali amorfe e disordinate in strutture cristalline ed ordinate.

Un'opera impegnativa e faticosissima che espone all'odio di chi non percepisce l'ordine come un elemento valoriale e preferisce la deresponsabilizzazione e l'assai più facilmente realizzabile disgregazione.

L'ordine contro il caos, la bellezza contro la laidezza, l'elevazione contro il degrado, la Libertà contro la tirannide, la vita contro la morte.


Claudio Berrino

mercoledì 2 giugno 2021

IL FINE NON GIUSTIFICA I MEZZI

Ritengo sia concettualmente corretto tenere distinte le responsabilità tra coloro i quali, nella loro qualità di Operatori del Diritto appartenenti al Potere Giudiziario, hanno auspicato ma non legiferato la normativa sui pentiti e quanti, in sede propria, l'hanno tradotta in legge dello Stato. Personalmente ritengo che gli appartenenti al Potere Giurisdizionale non debbano occuparsi di funzioni proprie degli appartenenti al Potere Legislativo e viceversa. Invocare il principio della separazione dei poteri potrebbe apparire una espressione di rigidità mentale degna di Montesquieu ma in realtà costituisce pragmatico strumento, utile per evitare sconfinamenti e sovrapposizioni di funzioni e di ruoli. Pochi appartenenti al Potere Legislativo posseggono una formazione giuridica sufficiente per comprendere limiti e delicatezza della loro funzione e questo determina una produzione normativa abnorme, inadeguata, dannosa e alle volte lesiva di quel comune sentire che può identificarsi con la morale corrente. Purtroppo per essere bravi legislatori non è sufficiente essere i fedeli camerieri della Segreteria di un Partito Politico o del sistema bancario, anche se ai giorni nostri queste attitudini servili costituiscono presupposto utile per essere inseriti in un Collegio elettorale sicuro e vedere la vita di signori "nessuno " trasformata in quella di autorevoli plenipotenziari, peraltro cospicuamente pagati con i denari "estorti" ai contribuenti. Il sistema parlamentare democratico, per come è strutturato oggi, non pone barriere culturali e obblighi formativi ai propri rappresentanti e questa singolarità permette di assistere alle mostruosità legislative che oggi consentono a pluriomicidi di essere rimessi in libertà in forza di una legge dello Stato. Porre in discussione la correttezza di talune "regole democratiche " - quali la possibilità per "una robusta schiena rubata all'agricoltura" di diventare un Parlamentare - potrebbe a taluni apparire blasfemo, ma talvolta la blasfemia diventa una forma necessaria di igiene mentale.

Claudio Berrino

martedì 1 giugno 2021

LICENZA DI UCCIDERE

La liberazione di un pluriomicida non costituisce solo un fatto gravissimo in sé, ma diviene paradigma, modello comportamentale pubblico e quindi netto elemento di caratterizzazione del senso etico dello Stato che l'ha consentita e voluta.

Quando il legislatore introduce una norma che privilegia la delazione criminale al punto da rimettere in libertà gli assassini più volgari si rende connivente e complice di questi ultimi, non nutre rispetto per le vittime del crimine ed abdica definitivamente alla propria funzione. 

Claudio Berrino