Ritengo sia concettualmente corretto tenere distinte le responsabilità tra coloro i quali, nella loro qualità di Operatori del Diritto appartenenti al Potere Giudiziario, hanno auspicato ma non legiferato la normativa sui pentiti e quanti, in sede propria, l'hanno tradotta in legge dello Stato. Personalmente ritengo che gli appartenenti al Potere Giurisdizionale non debbano occuparsi di funzioni proprie degli appartenenti al Potere Legislativo e viceversa. Invocare il principio della separazione dei poteri potrebbe apparire una espressione di rigidità mentale degna di Montesquieu ma in realtà costituisce pragmatico strumento, utile per evitare sconfinamenti e sovrapposizioni di funzioni e di ruoli. Pochi appartenenti al Potere Legislativo posseggono una formazione giuridica sufficiente per comprendere limiti e delicatezza della loro funzione e questo determina una produzione normativa abnorme, inadeguata, dannosa e alle volte lesiva di quel comune sentire che può identificarsi con la morale corrente. Purtroppo per essere bravi legislatori non è sufficiente essere i fedeli camerieri della Segreteria di un Partito Politico o del sistema bancario, anche se ai giorni nostri queste attitudini servili costituiscono presupposto utile per essere inseriti in un Collegio elettorale sicuro e vedere la vita di signori "nessuno " trasformata in quella di autorevoli plenipotenziari, peraltro cospicuamente pagati con i denari "estorti" ai contribuenti. Il sistema parlamentare democratico, per come è strutturato oggi, non pone barriere culturali e obblighi formativi ai propri rappresentanti e questa singolarità permette di assistere alle mostruosità legislative che oggi consentono a pluriomicidi di essere rimessi in libertà in forza di una legge dello Stato. Porre in discussione la correttezza di talune "regole democratiche " - quali la possibilità per "una robusta schiena rubata all'agricoltura" di diventare un Parlamentare - potrebbe a taluni apparire blasfemo, ma talvolta la blasfemia diventa una forma necessaria di igiene mentale.
Claudio Berrino