Oggi un cielo terso si staglia dietro gli abbaini di C.so Matteotti (nella sua denominazione storicamente corretta C.so Oporto). Un azzurro netto, assoluto, privo di contaminazioni. Anche i cromatismi quando sono privi di "meticciamenti" evocano un concetto di purezza. Le sfumature intermedie ricordano invece le "metamorfosi", ovvero i cambiamenti di forma, le trasformazioni. Esattamente come avviene nelle elaborazioni dei relativisti, nutrita componente della nostra società malata e decadente, che vedono nel panculturalismo un punto di osservazione della realtà necessariamente alternativo ed obbligato. Per questi "analisti" del sociale ogni valutazione valoriale tradizionale viene messa al bando in quanto considerata espressione di bieco etnocentrismo ed i fenomeni sociali vengono "mitigati" oppure "aggravati " a seconda di chi li pone in essere. Ed ecco dunque che lo straniero extraoccidentale quando festeggia il capodanno violentando delle donne di razza caucasica viene giustificato in quanto, nella sua cultura, ciò non costituisce reato. Così pure, quando "l'ospite" è perso nei fumi dell'alcool o della droga e si lascia sfuggire una inerme bambina da un terrazzo del quinto piano provocandone la morte il relativista culturale tende a giustificarlo adducendo a sua discolpa le difficoltà esistenziali e le sofferenze psicologiche che gli sono derivate dall'essere stato inserito in una realtà culturale a lui estranea ed ostile. La mitezza di valutazione del relativista culturale muta repentinamente in draconiana durezza allorché il focus dell'analisi si sposta su un autoctono che, magari aggredito nella propria abitazione da un malvivente straniero si difende e lo uccide. Il "buonismo" si trasforma allora in odio viscerale ed il malcapitato viene tratteggiato come un criminale. Così pure i suoi buoni diritti sono giudicati come irrilevanti ed indifendibili. Le metamorfosi cromatiche sono identiche alle metamorfosi valoriali ed il colore meticcio e cangiante del panculturalismo è straordinariamente simile all'indefinita ed indefinibile moralità dei suoi fautori. Per queste ragioni amo la purezza di un cielo azzurro.
Claudio Berrino
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