domenica 30 marzo 2025

ANTIPARLAMENTARISMO E AUTOCRAZIA

La sfiducia nel sistema della democrazia rappresentativa si esprime con l'antiparlamentarismo. In breve, il corpo elettorale, ovvero il Demos, non si reca nella sua parte maggioritaria alle urne, sfiduciando de facto il sistema che continua, senza una diffusa legittimazione popolare, a governare grazie al suffragio di pochi elettori trasformandosi in una autocrazia. In questo contesto di evidente difetto di legittimazione politica scelte gravi quali il ricorso alla guerra non dovrebbero, se non altro per ragioni di decenza, essere nemmeno ipotizzate. La guerra, in altri termini, dovrebbe rappresentare l'extrema ratio per difendere il proprio Popolo, la propria Patria, la propria progenie, la propria Cultura, il proprio sistema valoriale, richiedendo comunque una forte legittimazione popolare. Quando invece diviene una scelta di pochi non condivisa dalla popolazione o ancor peggio uno strumento per tutelare oligarchie finanziarie e interessi stranieri si degrada alla condizione di atto illogico, perverso, criminale ed esecrabile. Ricordiamo, a quest'ultimo riguardo, le parole di Louis Férdinand Céline, in quanto posseggono carattere di straordinaria attualità: "Rifiuto la guerra e tutto ciò che c'è dentro… Io non l'ammetto la guerra, io non mi rassegno… Non piango su me stesso… La rifiuto nettamente, con tutti gli uomini che contiene, non voglio aver nulla a che fare con loro, né con essa. Anche se fossero novecentonovantacinque milioni e io solo, sono loro che hanno torto, sono io che ho ragione". (Voyage au but de la nuit). Personalmente reputo che pochi degli attuali uomini politici abbiano letto Céline e, ove mai ciò sia avvenuto, l'abbiano compreso o ne abbiano tratto insegnamento perché questo processo logico avrebbe loro consentito di percepire i propri limiti umani e la propria dannosa inutilità.

Avv. Claudio Berrino

lunedì 24 marzo 2025

IL VENTO DELLA DEMOCRAZIA NON SOFFIA DA VENTOTENE

In questi giorni Ventotene è divenuto tra i "radical-chic" un luogo più famoso di Capalbio. Questo perché si è scoperto che il padre nobile ed ideatore dell'Unione Europea vi è stato confinato a seguito di attività considerate da un Tribunale dell'epoca come volte alla sovversione dello Stato. Si è altresi appreso, attraverso la lettura di alcune parti del manifesto politico colá scritto dallo stesso, che i suoi obiettivi programmatici negavano i basilari principi di democrazia. Ovvero, se si riflette, un orientamento perfettamente coerente con quello assunto nella sua breve esistenza, e soprattutto in tempi recenti, dal consesso di Bruxelles. Per comprendere meglio le situazioni le comparazioni diventano d'obbligo. L'autore del suddetto manifesto venne condannato da un Tribunale a scontare il confino, ovvero all'obbligo di dimorare in un luogo appartato e lontano in ragione di una sua attività, accertata giudizialmente, di tipo cospirativo. Fatto quest'ultimo ancor oggi sanzionato dal vigente codice penale con una sanzione molto rilevante. È invece dei nostri giorni il triste caso giudiziario ed umano di Gianni Alemanno, condannato per una vicenda bagatellare di "traffico di influenze", ovvero un reato privo di allarme sociale, ad un anno e dieci mesi di detenzione, arrestato la notte di capodanno ed ammanettato a 67 anni di età come il peggiore dei criminali, tradotto a Regina Coeli ed ivi ancor oggi segregato. Il tempo presente si dimostra, nei fatti, assai più intollerante e violento di quello passato e la circostanza dovrebbe indurre le persone intellettivamente normodotate a prenderne atto e trarre le dovute conclusioni.

Avv. Claudio Berrino

giovedì 20 marzo 2025

LA PREDAZIONE DEI RISPARMI - SINTOMO DELLA DISGREGAZIONE DEL MODELLO SOCIALE CONTEMPORANEO

Sta tornando la notte buia dei Predoni e, se avrete la pazienza di leggermi, ve ne illustrerò le ragioni. Già nel 1992 il Governo impose un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i conti correnti bancari degli italiani. Venne applicata quella che fu, a tutti gli effetti, un’imposta straordinaria sul patrimonio, ponendo in essere una scelta di natura politica inedita nella Storia recente e meno recente del nostro Paese. Il prelievo avvenne nella notte di venerdì 10 luglio 1992, in quanto le ore notturne sono, da sempre, quelle preferite dai predoni per depredare le proprie vittime. Il prelievo eseguito d’autorità sui risparmi dei cittadini costituisce, per la sua gravità, un importante paradigma per individuare agevolmente il limite etico oltre il quale non possa spingersi l’azione dello Stato, la natura talvolta tirannica ed usurpativa dello stesso, ed evidenzia la fragilità di un giuspositivismo becero, idoneo a rendere giuridicamente lecito il comportamento più esecrabile. Alcuni quotidiani riportano oggi la notizia dell’intendimento dell’Unione Europea di utilizzare i risparmi dei correntisti per sostenere l’industria bellica e, in particolare, come sia prevista una imminente riunione a Bruxelles finalizzata all’attuazione di detta scellerata progettualità. La violazione della proprietà privata appartiene storicamente alle culture liberali e marxiste che, in forza di eventi straordinari quali sono stati la Rivoluzione Francese o la Rivoluzione d’Ottobre, hanno aggredito scientemente l’altrui diritto di proprietà, piccola o grande che fosse, legittimando culturalmente e, circostanza ancor più grave, giuridicamente lo spossessamento violento come modus operandi, normalizzandolo ovvero disciplinandolo con norme. Per essere più chiari, dette ideologie hanno voluto legittimare culturalmente e rendere giuridicamente lecite azioni sino ad allora ritenute appannaggio dei peggiori criminali. La novità che dobbiamo rilevare rispetto a quanto accaduto nel 1992 è che mentre quel prelievo forzoso venne inopportunamente attuato da una autorità governativa nazionale quello teorizzato nei nostri giorni è frutto di una intesa tra il Governo italiano e l’Unione Europea volta ad un riarmo finalizzato a fronteggiare un nemico inesistente. La realtà che si svela oggi supera quindi la dicotomia conflittuale tra Destra e Sinistra, categorie politiche ottocentesche e novecentesche ormai divenute inattuali, e vede contrapposti gli interessi diffusi dei governati a quelli, di natura personale, in quanto non omogenei a quelli della popolazione, dei governanti. In altri termini, il confronto dialettico contemporaneo sarà quello dei Popoli contro gli usurpatori, degli oppressi contro gli oppressori, degli uomini liberi contro i tiranni ove i primi non potranno più riconoscersi nel modello sociale costruito ed imposto dai secondi.

Avv. Claudio Berrino

sabato 15 marzo 2025

LA GUERRA DEI LIBERTI - IL TRITACARNE DEI POPOLI

L'interventismo è una linea di pensiero favorevole all'intervento di una nazione nella guerra combattuta da altri stati. Può appartenere a uomini liberi che decidono di porre a repentaglio le proprie vite per riaffermare i diritti della propria etnia, della propria cultura, delle proprie tradizioni, della propria Patria. La sua triste parodia è invece l'interventismo dei Liberti, ovvero degli ex schiavi che, non possedendo un sistema valoriale analogo a quello degli uomini liberi, reputano la guerra uno strumento idoneo a conservare i propri privilegi, a coltivare i propri interessi differenziati, ad arricchirsi finanziariamente a scapito degli altri. Il progetto di riarmo europeo costituisce espressione della volontà di pochi liberti, ormai insediati per usurpazione e non per libera elezione nei luoghi cardine del potere nazionale ed europeo, che arbitrariamente esercitano uno "ius vitae ac necis" sui popoli da loro sottomessi, non esitando ad esporli ad una carneficina di dimensioni epocali. Il tritacarne della guerra è ormai stato attivato.

Avv. Claudio Berrino