In questi giorni Ventotene è divenuto tra i "radical-chic" un luogo più famoso di Capalbio. Questo perché si è scoperto che il padre nobile ed ideatore dell'Unione Europea vi è stato confinato a seguito di attività considerate da un Tribunale dell'epoca come volte alla sovversione dello Stato. Si è altresi appreso, attraverso la lettura di alcune parti del manifesto politico colá scritto dallo stesso, che i suoi obiettivi programmatici negavano i basilari principi di democrazia. Ovvero, se si riflette, un orientamento perfettamente coerente con quello assunto nella sua breve esistenza, e soprattutto in tempi recenti, dal consesso di Bruxelles. Per comprendere meglio le situazioni le comparazioni diventano d'obbligo. L'autore del suddetto manifesto venne condannato da un Tribunale a scontare il confino, ovvero all'obbligo di dimorare in un luogo appartato e lontano in ragione di una sua attività, accertata giudizialmente, di tipo cospirativo. Fatto quest'ultimo ancor oggi sanzionato dal vigente codice penale con una sanzione molto rilevante. È invece dei nostri giorni il triste caso giudiziario ed umano di Gianni Alemanno, condannato per una vicenda bagatellare di "traffico di influenze", ovvero un reato privo di allarme sociale, ad un anno e dieci mesi di detenzione, arrestato la notte di capodanno ed ammanettato a 67 anni di età come il peggiore dei criminali, tradotto a Regina Coeli ed ivi ancor oggi segregato. Il tempo presente si dimostra, nei fatti, assai più intollerante e violento di quello passato e la circostanza dovrebbe indurre le persone intellettivamente normodotate a prenderne atto e trarre le dovute conclusioni.
Avv. Claudio Berrino
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