Sua Santità oggi, in occasione di un proprio viaggio istituzionale in Grecia, ha espresso preoccupazione in relazione a crescenti populismi e nazionalismi, a suo giudizio tali da porre in pericolo la democrazia. Non si può non osservare come appaia singolare che il Monarca dello Stato della Chiesa, governato da una aristocrazia cooptativa composta da Cardinali, si preoccupi dei nazionalismi che, nella sua visione, sarebbero di pregiudizio per gli equilibri democratici degli altri Paesi. Il Sant'Uomo omette infatti di considerare come le democrazie contemporanee, lungi dall'essere espressione politica del Demos, costituiscano strumenti di esercizio ed abuso del potere delle oligarchie incarnate dai Partiti politici. Gli oligarchi democratici rispetto alle aristocrazie storiche non posseggono le qualità né gli obblighi che caratterizzavano i rappresentanti delle prime, non possedendo alcuna qualità prepolitica né legittimazione popolare. I partiti politici non costituiscono l’essenza della democrazia, ma la sua negazione, in quanto decidono non solo i candidati ma anche gli eletti , demandando al corpo elettorale null' altro se non la scelta dell’oligarchia dalla quale preferisce essere dominato. Una oligarchia totalmente priva di cultura, di fascino, di carisma, strutturalmente destinata ad un ruolo di servile subalternità al potere finanziario che l'ha voluta e generata. Per contro nazionalismi e populismi si prefiggono di riportare il Demos al proprio ruolo di soggetto politico sovrano, ovvero perseguono quegli obiettivi che proprio il Pontefice ha indicato come primari.
Claudio Berrino