domenica 15 novembre 2015

Presidente Circolo Culturale Synerghein : RIFLESSIONI SUL MASSACRO DI PARIGI




Quanto avvenuto circa 48 ore or sono ha scosso profondamente le coscienze, ferito gli animi, stimolato reazioni viscerali, indotto molti ad esprimere ipotetiche opinioni solutorie di un male assoluto, affinchè non abbia a replicarsi, né in Francia né altrove.

Molti si sono lasciati andare a esternazioni di opinioni “a caldo”, individuando, si ritiene perfettamente in buona fede, strategie contrappositive che, nell’ordine, ho sentito così elencare :
a)      “bisogna bombardare l’ISIS in Siria”
b)      “bisogna ricostituire un esercito di coscrizione obbligatoria”
c)      “bisogna impedire che si spingano nei nostri territori aiutandoli a casa loro”.

Le tre “soluzioni”, evocate comprensibilmente dalla eccezionalità e gravità del momento mi lasciano fortemente perplesso, per le ragioni che, sinteticamente vado ad esporre, cominciando, per semplicità, dall’opzione c),ovvero dalla “soluzione” che sinteticamente definiremo “aiutiamoli a casa loro”.
La soluzione c) risente di una forma purtroppo fortemente diffusa di “peloso” buonismo interventista, che non considera minimamente l’importanza del principio della Autodeterminazione dei Popoli. Se appare infatti logico ed opportuno aiutare una popolazione colpita da una catastrofe naturale come un terremoto, una epidemia od una inondazione, costituisce applicazione di una becera ed arrogante mentalità statalista il ritenersi legittimati a intervenire in aree geografiche sulle quali non esercitiamo sovranità per modificare potestativamente equilibri di natura politica che non riteniamo di condividere. Il principio della Autodeterminazione dei Popoli può essere semplificato nel concetto che ognuno a casa propria fa ciò che gli pare. L’importante è ovviamente che resti – e continui a restare - a casa propria. Questa considerazione costituisce il presupposto per analizzare la soluzione a), ovvero “bisogna bombardare l’ISIS in Siria”. L’idea sconta una legittima e irrazionale reattività emotiva slatentizzata dalla enormità dei fatti accaduti, ma si pone in contrasto con la logica. Bombardare un territorio straniero costituirebbe una atto di guerra, che legittimerebbe reazioni di guerra condotte da formazioni armate, motivate e perfettamente addestrate, rivolte nei confronti di popolazioni europee disarmate, disabituate a quella reattività autoconservativa che le ha accompagnate in altri momenti storici, culturalmente impreparate a quella triste necessità che è la guerra.
Anche la soluzione b) non è minormente inadeguata rispetto alle precedenti. La “coscrizione obbligatoria “ , ovvero l’esercito “di leva” è la manifestazione più bieca dello Statalismo, che con il finire del XIX secolo ha sostituito gli eserciti di Volontari, tecnicamente e vocazionalmente portati al nobile  “Mestiere delle Armi” con la sottrazione violenta alle famiglie di giovani poco più che adolescenti, senza preparazione, vocazione e cultura bellica, destinati ad essere massacrati nelle trincee in nome di un concetto di Stato che non appartiene alla Tradizione ma al pensiero statalista Hegeliano e Marxiano, e che non può in alcun modo essere condiviso da Uomini della Tradizione Occidentale.
Probabilmente l’unica soluzione praticabile è la d), ovvero non aiutiamo nessuno che sia fuori dai nostri patri confini, bonifichiamo il nostro territorio dalle presenze che non sono perfettamente compatibili con la nostra Cultura, consideriamo coloro i quali si introducono illegittimamente all’interno dei nostri confini come potenziali belligeranti,destiniamo i fondi che sottraiamo agli “aiuti” alla costituzione di un Esercito Volontario dotato di altissima professionalità e adeguati armamenti, che sia pronto ad intervenire nell’eventualità di aggressioni da parte di terzi.
Tutto il resto è retorica statalista.

Torino 15 novembre 2015

                                                                                      Avv. Claudio BERRINO