domenica 28 agosto 2022

DIVORZIO ALL' ITALIANA

Oltre quarant'anni di vita professionale mi hanno insegnato come la mancanza di condivisione all'interno di una famiglia rappresenti la prima tra le possibili cause della sua disintegrazione. Il difetto nella percezione dell'altrui pensiero e delle altrui sensibilità genera un vizio sistemico che conduce ad una progressiva insofferenza nei confronti di chi ci è vicino e con cui condividiamo la vita. Questa verità assoluta vale per la famiglia che, al di là delle sue implicazioni affettive, rappresenta, come ci insegna il Diritto Romano, una entità politica originaria su cui si fondano tutte le dinamiche del vivere collettivo e sociale, come per lo Stato. Così come ogni decisione non condivisa nell'ambito di una famiglia conduce ad un inevitabile e progressivo allontanamento dei suoi componenti, ogni decisione statuale imposta e non condivisa dal Popolo determina una inevitabile e progressiva separazione tra lo Stato Collettività incarnato dal Popolo stesso e lo Stato Apparato rappresentato dalle sue Istituzioni. Le decisioni più importanti di questo ultimo ventennio, quali l'adozione di una valuta unica con abbandono della sovranità monetaria, l'assenso ad una immigrazione clandestina ingestibile e pericolosa, la recente cobelligeranza contro una Nazione da cui dipendiamo in relazione alla importazione di materie prime, sono state imposte da un mondo politico che ha cessato di rappresentare il Corpo Elettorale ed è divenuto autoreferenziale, non meno di quanto non lo sia stato il governo dei Trenta Tiranni ad Atene dopo la sconfitta con Sparta. I segnali di questa inevitabile disaffezione sono rappresentati dell'astensionismo elettorale e dal livello infimo di considerazione rivolto dal Popolo nei confronti della sua classe politica. Quanto accadrà nel prossimo autunno ed inverno in relazione alle prevedibili conseguenze derivanti da scelte di politica internazionale eterodirette dall'Unione Europea e dalla NATO genererà una detonazione sociale di portata tale da disintegrare il Governo che scaturirà dal prossimo confronto elettorale, qualunque esso sia. E di tale circostanza sono ben consci quanti hanno meditatamente abbandonato il "ponte di comando" della nave, esattamente come sono usi fare i sorci nell'imminenza di un naufragio.

Claudio Berrino

venerdì 26 agosto 2022

L'INUTILITÀ DEL "VOTO UTILE"

Carlotta Chiaraluce

Si stanno consumando le ultime calde ore di un mese di agosto anomalo, in cui la rilassatezza estiva è stata sostituita dalle tensioni generate dall’approssimarsi di un autunno che potrà avere risvolti inediti e negativi. L’ausilio della politica, intendendo per essa l’appuntamento elettorale - rito divenuto inconsueto nel nostro Paese - del  25 settembre ormai si palesa agli occhi di tutti come un evento che, ricorrendo ai vecchi schemi di voto "utile",  non potrà portare elementi solutori dei problemi, in quanto i partiti che si contrappongono, nella quasi  loro totalità, sono stati gli artefici od i complici di quanti hanno generato la situazione dannosa.

In questo tunnel buissimo, caratterizzato dal venir meno del rapporto fiduciario da parte del corpo elettorale nei confronti delle Istituzioni legislative, si riesce però a scorgere la luce scaturita  dalla formazione di nuove aggregazioni politiche che hanno il grande pregio di concorrere ad offrire una valida alternativa alla opzione dell’astensione.
Si tratta di "veicoli politici" che sono riusciti a superare le insidie dello "startup" attraverso una difficilissima raccolta di firme agostana e che meritano di essere premiati da quanti non si riconoscono in un sistema economico-politico creato e strutturato per  gestire contemporaneamente tanto la maggioranza quanto l’opposizione in ossequio a pseudo valori che sostituiscono l’amore per il proprio Popolo e la propria Etnia con l’adesione a progettualità finanziarie antinazionali ed anti identitarie.
In questo contesto di novità è meritevole certamente di attenzione la lista Italexit perché ha avuto il pregio di inserire la candidatura di Carlotta Chiaraluce, superando un “tabù” preclusivo nei confronti di chi appartiene ad uno schieramento politico autenticamente e genuinamente di Destra, ammesso che si possano ancor oggi utilizzare i desueti termini geopolitici che hanno caratterizzato il parlamentarismo dello scorso secolo. Il tempo contemporaneo ci indica ormai come le reali categorie tra loro antagoniste  non sono più quelle della Destra e della Sinistra, ma quelle del Particolarismo nazionale contrapposto alla Globalizzazione mondialista.
Parrebbe dunque auspicabile che, proprio in virtù di quest’ultima considerazione, tutte le forze politiche antisistema che riusciranno a varcare la soglia del parlamento concorrano a formare un fronte nazionale comune superando quelle divisioni utili esclusivamente al Sistema ed ai suoi servitori.

Claudio Berrino

domenica 14 agosto 2022

SIC TRANSIT GLORIA MUNDI

Gabriele D'Annunzio

Ho seria difficoltà a comprendere l'esigenza irrefrenabile, espressa in questi giorni da taluni politici famelici di Potere, di  consegnare alla Storia il fascismo, ovvero, utilizzando le parole di quel politico che poi fu rinviato a giudizio per riciclaggio, di storicizzarlo. Il fascismo non è il Partito Nazionale Fascista e neppure il Partito Repubblicano Fascista, ma un movimento culturale, filosofico, economico, mistico che appartiene già alla Storia, intendendo per essa uno sviluppo temporale di accadimenti passato, presente, ed anche futuro in relazione a quello che ne sarà il divenire.  Il fascismo sono le avanguardie futuriste di Filippo Tommaso Marinetti, la Mistica di Niccolò Giani, lo Spiritualismo di Julius Evola, l'attualismo filosofico di Giovanni Gentile, il Teatro di Pirandello, la Poesia di Ungaretti e Trilussa, l' Estetismo di Gabriele D'Annunzio, la socialità di Filippo Corridoni. Il Partito Nazionale Fascista è stato consegnato alla Storia dalle armi angloamericane e dall'omicidio del suo Capo, ma il pensiero fascista non può trovare una storicizzazione in quanto il mondo delle idee non é assoggettabile a restrizioni o limiti. Si può pertanto essere antifascisti, in quanto avversatori di quel Pensiero, afascisti, in quanto attendisti pronti a schierarsi, come osservava Renzo De Felice, con il vincitore di turno, ma non si può non essere fascisti se si condividono le componenti culturali e spirituali di un fenomeno ontologico, in quanto concreto, empirico, essente. Il Partito Fascista è oggi assoggettato, nella sua ricostituzione, al divieto posto dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, ma il pensiero che lo ha animato, al pari di tutte le produzioni intellettuali, non è imprigionabile dall'incolta ipocrisia di un politico o dalla cogenza di una norma perché è una realtà immateriale, appartenente al Mondo delle Idee, prima che al Mondo Sensibile.

Claudio Berrino