sabato 27 giugno 2020

DISOBBEDIENZA CIVILE, DIRITTO O DOVERE

Dal primo luglio 2020 la nuova soglia per i pagamenti in contanti sarà di 2.000 euro. Il limite scenderà ancora, arrivando a 1.000 euro, a far data dal 1° gennaio 2022. Detti limiti saranno, di fatto, operativi anche in termini di prelievi bancari eseguiti da parte dei titolari dei conti correnti in quanto in virtù di una recente modifica normativa verranno obbligatoriamente  segnalati i nominativi dei loro autori dalla banca alla UIF, ovvero alla Unità di Informazione Finanziaria,  per conseguenti accertamenti fiscali. In breve,  questo significa che la libertà di detenzione legittima da parte della popolazione,  oltreché di uso, di denaro contante verrà affievolita e si attuerà un suo progressivo trasferimento a favore delle Banche che ne acquisiranno la corrispondente disponibilità. I cittadini potranno utilizzare la moneta elettronica ma nei limiti dei volumi di trasferimento quotidiani e mensili consentiti dagli istituti di credito.  I cittadini con sofferenze bancarie in atto o con segnalazioni alla "centrale rischi"  del sistema bancario non potranno essere titolari di carte di credito e, pertanto, saranno votati alla illegalità  per garantirsi la propria sopravvivenza.  Al di là della circostanza obiettiva che viene inibita una libertà fondamentale dei Cittadini, tutelata costituzionalmente dall'art. 42 della Carta Costituzionale che contempla il diritto alla  proprietà privata, la quale può essere mobiliare (denaro) od immobiliare,  e ne sancisce il riconoscimento e la garanzia da parte della legge, non può non sfuggire come attraverso questo provvedimento governativo venga attuato un finanziamento occulto a favore del sistema bancario a spese della popolazione italiana la quale, di fatto,  viene depatrimonializzata per un corrispondente importo. In questi ultimi mesi altre libertà costituzionali fondamentali quali il diritto alla riunione e alla libera circolazione nel territorio nazionale, sono state violate nonostante gli appelli rivolti al Quirinale da costituzionalisti del profilo di Sabino Cassese ma questo ultimo provvedimento, di evidente ed intrinseca illiberalitá,  segnerà lo spartiacque tra la fine dello Stato di Diritto e l'inizio della Tirannia. L'Italia avrebbe in questo momento assoluta necessità di una pacata e consapevole disobbedienza civile e di un personaggio pubblico di comprovate capacità disposto a focalizzarla. Un evento improbabile ma, la Storia ci insegna, non impossibile.

Claudio Berrino

domenica 21 giugno 2020

IL RITORNO DELLA LUCE

Osservo, con malcelata soddisfazione, che oggi molti amici, virtuali e non, solennizzano con i loro "post" inseriti nei social network il Solstizio d'Estate. Un ritorno all'interesse per le Religioni Tradizionali che ben poco ha a che vedere con le tre ortoprassi monoteiste di origine semitica (Ebraismo, Cristianesimo, Islam) innestate con l'Editto di Costantino prima e quello di Teodosio dopo, innaturalmente, sul tronco di una cultura greco-latina. Nel corso degli ultimi venti secoli il principio panteista della libertà religiosa, ove la religione era una re-ligio ovvero una rilettura di formule sacre finalizzate a creare un "ponte" tra l'immanente ed il trascendente, tra uomo e sacralità anche senza la non necessaria mediazione di una casta sacerdotale, è stato brutalizzato ed annichilito dalle ortoprassi, ovvero da regole comportamentali pseudo giuridiche. Poco importa se questi "codici comportamentali" siano stati formalizzati nei Dieci Comandamenti o nella Sharia, in quanto il risultato è stato null'altro se non la normazione di obblighi che hanno sostituito la naturalità delle scelte autonome dell'Uomo con l'innaturalità delle scelte eteronome imposte da una casta sacerdotale che ha dato pessima prova di sé e che è ormai completamente avulsa dal comune sentire della Popolazione. I segnali di questa progressiva riacquisizione di un ben differente sistema valoriale e religioso, compulsato ma mai annientato da venti secoli di sanguinose persecuzioni, risultano essere ben evidenti nelle manifestazioni di simpatia rivolte nei confronti di Halloween anziché dei riti equinoziali ovvero solstiziali, nella riscoperta di ritualità che sostituiscono l'oppressione del "memento mori" con la gioiosa ricerca del "luccichio" di Divinità che risiede all'interno di ogni essere umano consapevole del suo "sé". Pare dunque riaffermarsi progressivamente la religiosità degli Uomini Liberi sulla ortoprassi degli schiavi.


Claudio Berrino

mercoledì 17 giugno 2020

UNO STATO EXTRAPARLAMENTARE

L'Italia è diventato un Paese extraparlamentare. Non è una esagerazione od una esasperazione concettuale, ma la rappresentazione fotografica di una realtà oggettiva. Le linee programmatiche non vengono più discusse in Parlamento ma decise unilateralmente dai "gestori assoluti " nel contesto lussuoso di una villa privata, affittata a spese dei contribuenti, con ospiti stranieri ben determinati a imporre le proprie decisioni ai loro sudditi italiani. Già....."italiani". Mi chiedo se siamo ancora nelle condizioni di definirci italiani senza timore di offendere i nostri padri ed i nostri avi che, in situazioni analoghe a quelle che stiamo subendo, non avrebbero esitato un secondo a cacciare a pedate nel sedere i "tirannelli", nazionali e non, che avvelenano la nostra esistenza. Personaggi di modesta levatura che non assurgono nemmeno al rango di Tiranni non godendo neppure di quei profili caratteriali negativi ma caratterizzanti che contraddistinguono quella tipologia di prepotenti istituzionali. Ciò nonostante gli italiani (con "i" minuscola) si dolgono, si macerano psicologicamente, si preoccupano ma esprimono gaio buonismo e si prostrano, inebetiti da uno "stile di vita" che li occupa da mattina a sera nella dura lotta per la sopravvivenza a colpi di telefonate, mail, pec, scadenze fiscali, oneri previdenziali, incertezze esistenziali e lavorative, vaccinazioni intorpidenti. Sarà la mutata alimentazione o l'esposizione ai campi elettromagnetici, ma non riesco più a scorgere quella genia di italiani determinati e terribili che negli anni '70 ridimensionavano quotidianamente gli eccessi di potere con modalità talvolta ortodosse, talvolta eterodosse ma comunque mai prive del requisito dell'efficacia. Un mutamento di DNA oppure la sindrome "della rana bollita", poco importa. Le conseguenze sono comunque deplorevoli e deprimenti: uno stuolo di schiavi succubi di altri schiavi di rango superiore, a loro volta asserviti a servitori sovranazionali del potere finanziario globale. Quanta tristezza. 

Claudio Berrino

mercoledì 3 giugno 2020

DUE GIUGNO, LA PERDUTA DIGNITÀ DELLO STATO SMASCHERATO


Oggi la prima pagina del quotidiano "La Stampa" apre i suoi articoli con un "pezzo" di Nicoletti, recante come sottotitolo "Simboli ed istituzioni, la Dignità dello Stato in maschera". L'articolista, con ammirevole ma vacuo impegno, tenta di accreditare al nostro "Stato" l'immagine dignitosa di un 2 giugno governativo contrapposto ad "uno smascheramento collettivo di piazza (che) si è conquistato il primato dell'ignoranza ottusa e supponente ". Quanta tristezza in questa affermazione e quanta inconsapevolezza dello strumento semantico che un professionista dell'informazione dovrebbe conoscere, fare proprio, ritenere, utilizzare. La Dignità era uno uno dei valori fondanti della Cultura Romana, alla quale per discendenza culturale e per stirpe non possiamo non riferirci.  Dignitas era innanzitutto la dignità e la situazione economica sufficientemente decente che conferiva prestigio al cittadino romano. Nulla dunque a che vedere con la cultura della "mancetta", del "bonus", della laida elargizione volta a "contenere le tensioni sociali". Questo aspetto riguarda il rispetto degli altri in senso esterno e non interno come l'auctoritas. Dignitas è uno dei risultati finali volti a visualizzare i valori dell'ideale romano e il servizio dello Stato nelle forme di primato, posizione militare e magistrature. Dignitas è  il valore di reputazione, onore e stima. Così, un romano che mostrasse Gravitas, Constantia, Fides, Pietas e altri valori, sarebbe diventato un romano in possesso di Dignitas tra i propri concittadini. Allo stesso modo, attraverso questo percorso, un romano avrebbe potuto guadagnare auctoritas, cioè prestigio e rispetto. Nulla di quanto oggi viene offerto dal "pidocchiume politico" ad una massa di questuanti condotti deliberatamente all'ignoranza ed alla inconsapevolezza della loro Dignità politica di Popolo d'Italia.

L'articolista avrebbe forse dovuto modificare il proprio titolo, richiamandosi alla "Perduta Dignità di un (ex) Stato in Maschera Carnevalesca".


Claudio Berrino