mercoledì 29 settembre 2021

IL VOTO DI CHI NON VOTA


Nei giorni scorsi ho esposto, in forma molto sintetica, il mio pensiero sul "non voto" utile, raccogliendo apprezzamenti ma anche le perplessità di quanti, avendo condiviso la mia stessa stagione politica, si sono stupiti di questa presa di distanza da dinamiche nelle quali un tempo mi riconoscevo. Brevemente, nel mio precedente scritto, consideravo come in assenza di un partito politico portatore di un sistema valoriale tradizionale proprio di una Destra non liberale la scelta dell'astensione potesse essere quella maggiormente corretta tra quanti in quel sistema valoriale continuavano ad identificarsi. In particolare, negli ultimi decenni abbiamo assistito ad uno stravolgimento del sistema della democrazia rappresentativa in quanto i seggi parlamentari sono stati prevalentemente attribuiti a persone che erano nelle grazie di questa o di quella segreteria (o Segretario) di Partito anziché per ragioni di merito personale. Questa situazione, generata da una mutata legge elettorale che ha mortificato il principio della proporzionalità pura nel rapporto tra numero di voti conseguiti e quello di seggi attribuiti, ha consentito a talune giovani e graziose signore inclini alle genuflessioni non mistiche di trovarsi a ricoprire ruoli istituzionali di importante rilevanza oppure a "yes-men" privi di cultura e prestigio sociale, inidonei a gestire le loro inutili vite, ad essere investiti di funzioni e decisioni strategiche i cui effetti hanno coinvolto l'intera popolazione. In breve, mentre in passato chi aveva ambizioni politiche doveva conquistare il consenso elettorale "sul territorio" raccogliendo le preferenze del corpo elettorale in ragione dei propri meriti personali oggi i collegi elettorali "sicuri", ovvero quelli in cui l'elezione è scontata, vengono riservati ad una pletora di omuncoli e donnine, scodinzolanti servitori delle segreterie dei partiti che, nella vita privata precedente, svolgevano nella loro quasi  totalità funzioni socialmente irrilevanti se non addirittura imbarazzanti. Attraverso questa illogica dinamica è stato non occasionale trovare, a titolo meramente esemplificativo, un ex disk jockey ad assolvere funzioni di Guardasigilli, un ex venditore ambulante di Ministro degli Esteri, od una persona priva di cultura scientifica a ricoprire un ruolo delicato come quello della gestione del Dicastero della Sanità. Ed ancora, l'assenza di un vincolo di mandato ha consentito, attraverso clownesche e poco dignitose contorsioni logiche, ad ex "sovranisti" di assolvere alla funzione di "stampella" di un Governo presieduto dall'ex Presidente di una banca centrale incaricato dall'Unione Europea del commissariamento di quanto resta del nostro Stato Nazionale, giungendo al punto di operare un recente "endorsement" politico a suo  favore per la carica di futuro Presidente della Repubblica. Pare di solare evidenza come attraverso l'esercizio del diritto di voto sia ormai impossibile tanto scegliere un programma politico coerente con il proprio pensiero quanto scegliere candidati adeguati sotto un profilo meritocratico, quanto ancora condizionare i propri rappresentanti nell'esecuzione del  mandato ricevuto. Tutto ciò premesso, svilupperei quindi una breve analisi dell'istituto dell'astensione elettorale e della sua rilevanza in termini di effetti sociali in quanto, per difetto di conoscenza di questo fenomeno sociologico, vi è la tendenza a banalizzarlo associandolo a fenomeni di anarchismo individuale. L’Astensionismo dei giorni nostri, lungi dall’essere una reazione sterile ed improduttiva di conseguenze, deve invece essere intesa come una strategia politica ragionata, da intendersi come il voto di chi non vota, ovvero non più un “astensionismo da alienazione” ma un ben differente “astensionismo d’opinione”. Il non voto diviene dunque un consenso esplicitamente negato, una affermazione popolare di vera e propria ostilità nei confronti della politica contemporanea percepita come inaffidabile ed inidonea a recepire le richieste della società civile, ma di portata e natura prettamente politica. L’Astensionismo diviene dunque di natura strategica quando vuole operare un temporaneo “scollamento” di un elettorato insoddisfatto dall’offerta politica finalizzato ad un suo ricompattamento nell’alveo di un nuovo e costituendo soggetto politico destinatario delle aspettative di un corpo elettorale deluso. Sotto un profilo giuridico va indicato che in generale è legittimo l'invito ad astenersi poiché ciò rientra nella più ampia manifestazione del pensiero garantita dall’art. 21 della Carta Costituzionale. Tuttavia tale libertà non vale, ai sensi l’articolo 98 del Testo Unico elettorale che sanziona l’induzione all’astensione con una pena detentiva da sei mesi a tre anni per << il Pubblico Ufficiale, l’incaricato di un pubblico servizio, il ministro di culto che abusando delle proprie attribuzioni e nell’esercizio di esse>> si adoperano a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori, od ancora ad indurli all’astensione”.  Ne consegue che l’invito all’astensione, al di fuori di queste ipotesi ristrette e specificamente previste dalla norma, pare essere del tutto insindacabile. Gioverà ancora ricordare come l’astensione dal voto politico, originariamente sanzionata con l’iscrizione nel certificato di buona condotta, dal 1993, con l’abrogazione della norma che la prevedeva costituisca oggi un comportamento assolutamente lecito. Possiamo quindi concludere osservando come le categorie concettuali del passato che identificavano come utile la partecipazione al voto ed inutile l'astensione da esso siano ormai superate da un contesto globale che vede nel voto una mera funzione di ratifica dello status quo e nelle pseudo opposizioni forze vassalle coessenziali al sistema. Il coagulo di componenti civicamente sane ed omogenee che sapranno riconoscersi dapprima in una volontà di differenziazione dalla massa inerte e successivamente in un comune sistema valoriale poco incline alla monetizzazione della vita e delle coscienze consentirà la costituzione di un nuovo soggetto politico meritevole di essere, in futuro, votato.

Claudio Berrino

sabato 25 settembre 2021

VAX O NO-VAX, È DAVVERO QUESTO IL PROBLEMA?

Evidentemente per il nostro governo sì. Sembra che l’unico traguardo raggiungibile sia arrivare a vaccinare il 100% della popolazione (attenzione, popolazione solo ITALIANA), e che non vogliano sentire ragioni, opinioni. E’ allucinante l’inerzia delle idee di alcune persone, soprattutto di quelle che vengono invitate ai dibattiti in televisione e che, anziché aprire confronti costruttivi su di una situazione drammatica, a causa della quale sono effettivamente morte e stanno ancora morendo un sacco di persone (le cause di morte verranno trattate in un altro scritto), continuano imperterrite sulla loro strada, con i paraocchi e l’ariete sotto braccio, affermando solo ed esclusivamente le stesse frasi, come se si fosse incantato il disco: “Mi vaccino per il bene della comunità” “Lo ha detto Draghi” “Quante scene, ma fatevela sta punturina” “Mi fido della scienza, quindi mi vaccino”.  Da cosa scaturisce questo assenso assoluto, questa fiducia cieca in quello che politici e media (giornalisti e personaggi famosi) dicono? Quali sono le prove che avvalorano le loro affermazioni? A cosa riferiscono il pensiero quando menzionano “la scienza”? Tralasciando le frasi provocatorie e l’ambito politico, vorrei soffermarmi su questa dicotomia: l’informazione ricercata proveniente da più fonti quando si decide, per esempio, di acquistare uno smartphone, un elettrodomestico o un altro qualsivoglia dispositivo e l’assenza di confutazione quando a parlare di scienza è un personaggio famoso o un politico in un momento storico in cui la salute di ognuno e la sanità italiana sono nel mirino. Da cosa scaturisce questa dualità estrema di comportamento? Come mai siamo arrivati a pensare a compartimenti stagni (o bianco o nero, o zero o cento), tralasciando quello che per intelligenza, criticità, professione e istinto muove parte delle nostre azioni: il dubbio?

D.ssa Carola Aldiano


giovedì 23 settembre 2021

DIVIDE ET IMPERA

In questo triste e disperato periodo pandemico, spesso abbiamo visto e sentito usare la locuzione latina “Divide et impera”, in italiano dividi e comanda, secondo cui la miglior strategia, applicabile da parte di una sparuta ma dominante minoranza per controllare e governare un popolo, è dividerlo provocando rivalità e ostilità, fomentando discordie e rivendicazioni e acuendo i contrasti tra fazioni, tribù o etnie.

Spezzare l’unità in tante piccole subunità in lotta tra loro permette al tiranno di mantenere il potere, impedendo all’opposizione di riunirsi contro il nemico comune, permettendo così a un potere centrale, numericamente modesto, di dominare grandi masse di popolazione.

Tale tecnica produce conflitti sociali concepiti appositamente per generare ostilità e odio tra persone culturalmente deboli e dotate di scarsa capacità critica.

I grandi imperi della storia usarono queste tecniche per controllare territori molto estesi con forze armate piuttosto ridotte e dislocate strategicamente.

La storia riporta infiniti esempi di quanto detto, e non solo in tempi antichi, ma anche assai recenti: si pensi all’impero britannico, alla questione del Belgio in Ruanda o a tutte le manovre delle grandi potenze e dei nuovi imperi in Asia e Africa.

L’ultimo esempio, in ordine di tempo, di strategia della divisione, basata sul terrore e sull’odio, è proprio quella messa in campo dal governo italiano, che nemmeno rappresenta la sovranità popolare, dispiegando tutte le armi psicologiche a disposizione: dalla costrizione all’obbligo, dal divieto all’isolamento, dalla minaccia all’aggressione, dalla menzogna alla falsità. Tutto è buono pur di scatenare odio e rabbia tra vaccinati e non vaccinati; entrambi, precipitati in una spirale di paura e ostilità, non si rendono conto di essere, in realtà, sulla stessa barca, sotto la stessa tempesta e, combattendosi tra loro, di stare perdendo il controllo dell’esile mezzo che potrebbe rappresentare l’unica salvezza: la collaborazione per il governo della barca.

Ma ci sono segnali importanti che la gente ha capito, che il trucco non funziona più. Più la gente lo capisce, prima usciremo da questa falsa emergenza. Uno tra questi lo riporto in parte:

“Ha scatenato un piccolo terremoto l’appello pubblico, firmato da centinaia di docenti, contro l’obbligo del green pass nelle università. Il documento ha fatto rumore, anche per via della presenza tra i firmatari di volti noti come il professor Alessandro Barbero, storico e divulgatore televisivo. Ed è stato accolto con repliche sdegnate da parte delle istituzioni. Il DiariodelWeb.it ha intervistato il professor Paolo Gibilisco, docente di Matematica all’Università di Tor Vergata, tra gli ideatori dell’appello in questione.

Professor Paolo Gibilisco, che cosa vi ha spinto a lanciare questo appello?

Personalmente mi sono interessato al tema dell’obbligo vaccinale ormai da molti anni. Adesso la situazione è precipitata. Stiamo assistendo ad una deriva antidemocratica, nella sostanza, che usa come pretesto il problema sanitario. Quando questa deriva ha impattato concretamente gli studenti, il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e i docenti, ci siamo sentiti con quattro o cinque colleghi e ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa per salvare l’onore dell’università. Da qui siamo partiti per dire che siamo contro il green pass.

Per quale motivo siete contrari?

Perché è inefficace dal punto di vista sanitario e totalmente fuori dalla sostanza della Costituzione. Al di là di qualsiasi sentenza che può produrre la Corte costituzionale: qui non stiamo facendo gli azzeccagarbugli. L’idea di distinguere tra cittadini di serie A e di serie B è quanto di più alieno alla Carta.

Voi avete messo per iscritto che ritenete il provvedimento *«discriminatorio»* a tutti gli effetti.

Assolutamente sì. Mi ha profondamente commosso il fatto che tra i firmatari ci siano molti docenti vaccinati. Questa non è una battaglia tra vaccinati e non vaccinati. Duole vedere le più alte istituzioni della Repubblica che cercano di creare questa divisione. La nostra è una battaglia di libertà: i cittadini che compiono scelte sanitarie diverse rivendicano per tutti i diritti e l’accesso ai servizi fondamentali. Come l’università.

Così il grande docente ha fregato Draghi e il GreenPass: alla Sapienza le sue lezioni si tengono all’aperto – Telegraph”.

Riprendo le parole del prof. Gibilisco: questa non è una battaglia tra vaccinati e non vaccinati, MA UNA BATTAGLIA DI LIBERTA’. E la libertà non conosce schieramenti, fazioni, divisioni basate su affermazioni false e strumentali: non è vero che i non vaccinati mettono a rischio i vaccinati, ma è vero che, dal punto di vista del rischio tra vaccinati e non vaccinati, il rischio di contagio è il medesimo, e non lo dico io ma Anthony Fauci, consulente presidenziale USA. Stando così le cose, la differenza tra vaccinati e non vaccinati è debole, sfumata, si limita ad una minore suscettibilità di malattia grave tra i vaccinati, limitata però ad un tempo di breve durata subito dopo la seconda vaccinazione. Tutto qua.

Altro forte esempio di coesione e comprensione reciproca, della necessità imprescindibile di recuperare l’unità, perché l’unione fa la forza e insieme si vince tutto, e del perché le lotte intestine fanno comodo solo a chi le fomenta, ci viene da Trieste:

La manifestazione di Trieste ha unito vaccinati e non vaccinati, chi si oppone al ricatto lavorativo e sostenitori delle cure domiciliari. No-Vax e «sinistra diffusa» nella stessa piazza contro Draghi, Speranza e la «stampa di regime».

«Non lasciar passare il lasciapassare», si legge nel documento, «perché non è uno strumento sanitario efficace, ma solo uno strumento politico di ricatto. (…) Perché viola i diritti costituzionalmente garantiti, per primi il lavoro e lo studio (…) trasformando i cittadini da soggetti a oggetti del diritto. Perché apre la via alla digitalizzazione dei dati sensibili a fini discriminatori: oggi funziona sullo status vaccinale, domani qualsiasi altro dato potrà essere caricato sul GP [Green pass]. Perché, soprattutto, limita l’accesso agli spazi sociali e culturali, impedendo la partecipazione alla vita democratica». No-vax e sinistra insieme alla manifestazione contro il Green pass (editorialedomani.it).

La logica del “no-vax” creata ad arte dal potere per opprimere il popolo e mantenerlo schiavo con strategie di tensione e divisione, barcolla e comincia a cedere. La gente si sta rendendo conto di essere stata usata e ingannata, proprio da coloro che avrebbero dovuto invece proteggerla:

«No alla repressione, no al Green pass» è stato il grido all’ingresso nel salotto di piazza Unità d’Italia, dove la manifestazione si è conclusa sotto le finestre della Prefettura con balli di strada, fischi e slogan contro il governo.

Nei volantini è specificato: «vaccinati e non vaccinati insieme contro la discriminazione», ha rimarcato a Domani il componente del Coordinamento. Il fatto che alla manifestazione fossero presenti anche molti No-vax conta poco, quello che importa, ha aggiunto, «è la libertà di scelta a livello terapeutico: ognuno deve decidere in base alle proprie valutazioni».

Ecco, dunque, la chiave di volta del problema: per uscire dalla crisi dobbiamo capire. Capire che il problema non è sanitario, ma un gioco di potere geopolitico; capire che la lotta intestina tra pro-vax e no-vax è stata fomentata e incendiata dolosamente ad arte; che i vaccini non sono il problema ma lo è l’obbligo vaccinale, e che, soprattutto, non possiamo, non dobbiamo accettare un permesso per vivere. Vivere è un diritto naturale e nessuno, per nessun motivo, può declassarlo ad una concessione del potere. Dove o quando questo avvenga, civiltà democrazia diritto e millenni di evoluzione, riprecipitano nella barbarie della conquista e della prigionia, dei saccheggi e degli stupri, e della riduzione degli uomini alla più disperante schiavitù che l’uomo abbia mai conosciuto: quella digitale, occhiuta, che tutto vede e tutto controlla, che mai non un solo momento di privacy lascerà ad ognuno di noi. Se è questo ciò si vuole, allora si accetti supinamente e con gioia il green pass, ma se vogliamo continuare a vivere da uomini liberi, lavorare piangere gioire amare crescere figli liberi e forti, allora ci dobbiamo opporre con tutte le nostre forze, con determinazione e responsabilità, rifiutare di lasciarci dividere, stringerci fianco a fianco, vaccinati o no, per un’unica sola fede: libertà!

Dr. Silvano TRAMONTE, medico chirurgo

martedì 21 settembre 2021

LA CADUTA DEL CARDINE SECOLARE della MEDICINA: LA CENTRALITA’ DEL PAZIENTE

"Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi e lui o lei muore” e “Il Green Pass è una misura con cui gli Italiani possono continuare ad esercitare le proprie attività, a divertirsi, a partecipare a spettacoli all’aperto e al chiuso, con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”. In appena cinque righe traspaiono lo stress e la menzogna a cui le nostre menti sono sottoposte quotidianamente. Se queste frasi sono state date come verità alla popolazione e continuano ad esserlo ancora oggi, è manifesto che ogni professione ha perso di vista la propria deontologia, infatti sono evidenti l’immobilismo dei giornalisti che spudoratamente danno adito e fomentano la tesi inverosimile del Presidente del Consiglio, il crollo dei principi della Costituzione, l’assenza di una presa di posizione da parte della Magistratura e la perdita della ragione etica e morale da parte di quei medici che concordano con suddette affermazioni. Tornando alle parole citate da Draghi, la prima cosa che viene da pensare è che il nostro Premier si occupi e preoccupi della vita della popolazione italiana e quindi della vita del singolo individuo, trattandosi di un momento storico in cui il problema vigente è di natura sanitaria. Così di primo acchito risulta anche un nobile pensiero ma in verità, soprattutto in questa realtà pandemica da Covid-19, a chi spetterebbe realmente il compito di salvaguardare, curare, rispettare la vita del singolo, lavorando in scienza e coscienza con un operato basato sull’evidenza scientifica? Evidentemente, al medico. Alla luce di questo, vien da chiedersi allora: Come mai alcuni medici, in una situazione così delicata, sono andati contro il giuramento di Ippocrate e il Codice Deontologico? Ed inoltre, gli stessi sono a conoscenza delle responsabilità che hanno e cui son venuti meno? Il Dr. Silvano Tramonte ha puntualmente ed esaustivamente analizzato gli articoli del Codice Deontologico più salienti e inerenti all’argomentazione trattata, stilando quindi una disamina dello stesso, rivolta soprattutto ai pazienti, ma anche a quei medici che si sono allontanati dalla retta via, affrontando solo gli articoli di rilevanza rispetto appunto alla questione morale della relazione medico-paziente.

D.ssa Carola Aldiano

ALCUNE CONSIDERAZIONI DI ORDINE LOGICO E MORALE SUL FENOMENO PANDEMICO, LA SUA GESTIONE, IL COMPORTAMENTO DEI MEDICI E, SOPRATTUTTO, LA CADUTA DEL CARDINE SECOLARE IN MEDICINA: LA CENTRALITA’ DEL PAZIENTE (tramonte.com)

domenica 19 settembre 2021

Il “salvifico” lasciapassare verde salverà davvero il lavoro?

Da metà Ottobre chi non avrà il green pass non potrà più lavorare per aziende pubbliche e private. Calcolando che, alla data odierna, su 23 milioni di lavoratori mediamente il 25% non è vaccinato, stiamo parlando di circa 9 milioni di persone, in gran parte impiegate nelle PMI. Per un’azienda con meno di 15 persone cercare già oggi personale qualificato è un dramma, soprattutto se opera nel settore dell’artigianato o della ristorazione. Nessun imprenditore coscienzioso sarà propenso a sospendere collaboratori fidati e preziosi, per mettersi in casa “il meno peggio” che troverà sul mercato (ovvero gli unici che accetteranno di sostituire per qualche mese la persona sospesa). Senza contare i danni emotivi. Una multinazionale non avrà alcuno scrupolo ad inviare una comunicazione formale al personale sospeso, ben diverso sarà dover dire a persone che da anni lavorano al tuo fianco che dal giorno dopo saranno sospese senza stipendio. Senza considerare poi un altro aspetto: quando quella persona un giorno tornerà, con quale spirito lo farà, dopo che si sarà sentito abbandonato alla sua sorte e tradito? Tutto questo avrà costi emotivi ed economici enormi, che come al solito pagheranno i più deboli. E che fomenteranno ulteriormente gli scontri sociali che sono già  pericolosamente in atto.

Dott. Fabrizio Cotza

giovedì 16 settembre 2021

APPELLO ALL ' ASTENSIONE

Votare è un diritto-dovere  fintanto che, attraverso il suo esercizio, vi sia la possibilità di conferire mandato a candidati e partiti nei quali ci si possa, maggiormente o minormente, identificare.
Il processo di identificazione non può però prescindere da due fattori irrinunciabili, ovvero la comune origine culturale e la coerenza  storica. Quanti hanno vissuto e vivono, rispettandoli,   i valori della  Tradizione e della Cultura Identitaria si asterranno sicuramente, nei prossimi giorni, dall'esprimere un voto amministrativo inutile in quanto attualmente non esiste una sola forza politica degna di adeguatamente rappresentarli. Gli attuali pseudosovranisti sostengono, a livello nazionale, il Governo dell'ex Presidente della BCE degradati  in novelli  camerieri del sistema bancario ed hanno irresponsabilmente  ritirato tutti gli emendamenti sulla proposta di introduzione del c.d. "green pass" concorrendo, con la loro complice ignavia, a generare una  inammissibile compressione delle libertà civili degli italiani. 

Altri, all'Opposizione, aderiscono all'Aspen Institute Italia non senza avere presentato in Parlamento, nei mesi scorsi, un singolare disegno di legge volto ad equiparare - nel divieto e nella repressione penale - la professione dell'ideologia Fascista e di quella Comunista comparandole innaturalmente. Tutto questo dimentichi - o peggio inconsapevoli - del significato simbolico della base trapezoidale da cui scaturiva la fiamma inopportunamente conservata nel loro logo. Boicottare l'ipocrisia, non recarsi alle urne, non scendere a compromessi con la propria coscienza sarà il comportamento tenuto dagli Uomini Liberi in attesa della ricostituzione di un Partito Politico irreprensibile e coerente con le proprie origini culturali e storiche, improntato ai valori della Cultura identitaria, della Sovranità Nazionale e valutaria, della Libertà da ingerenze mondialiste. Votare, anche solo a livello territoriale ed amministrativo, una pseudo-opposizione vassalla dei paneuropeisti e della finanza globale costituirebbe una falsa soluzione ad un problema reale e pertanto integrerebbe espressione di un voto inutile se non fortemente dannoso a ragione della sua incoerenza. Pare a tutti di immediata  percezione la circostanza che le attuali "Opposizioni " siano coessenziali al Sistema e la attribuzione di  un voto  non possa che essere destinato ad una sua legittimazione. Che a Torino vinca l'anodino candidato proposto dal Centrodestra sostenuto anche da ex esponenti della Sinistra in preda a crisi di identità  oppure quello prescelto dal Centrosinistra sarà circostanza del tutto irrilevante per i cittadini, essendo entrambi riferimento ed espressione degli stessi centri, economici e finanziari, di potere. Questa volta si renderà necessario "passare al bosco" e non essere complici del trasformismo dilagante o del tradimento culturale e storico attraverso un pacifico, dignitoso e dovuto atto di disobbedienza civile: l'Astensione. Una astensione diffusa, condivisa, coordinata, meditata. L'ultima ed unica  arma che questa decadente democrazia pone nelle mani dei cittadini per esprimere il proprio reale dissenso ed opporsi all'annichilimento. 

Claudio Berrino

sabato 11 settembre 2021

IL PROLOGO

Oggi ricorre la data  dell'evento che è stato destinato ad avviare l'iter di metamorfosi delle regole del vivere comune, conducendoci attraverso una serie di fasi intermedie e progressive ad una distopica compressione delle nostre libertà individuali e collettive. L'irrealistica situazione di quattro aerei di linea che vengono dirottati e fatti precipitare con geometrica precisione su due differenti obiettivi sensibili -uno di essi di importanza militare strategica - vigilati costantemente dall'Air Force USA costituisce il preludio di una attività di sconvolgimento degli equilibri sociopolitici dell'area  mediorientale ed europea che negli anni successivi, attraverso l'aggressione militare all'Iraq (allora secondo produttore mondiale di "greggio ") alla ricerca di inesistenti "armi di distruzione di massa", l'innesco delle detonazioni sociali delle primavere arabe, l'induzione alla guerra civile in Libia ed all'omicidio di Gheddafi, la creazione poco spontanea del "Califfato nero", l'induzione alla guerra civile contro il legittimo governo della Siria ed una possibile contraffazione del risultato delle ultime elezioni presidenziali statunitensi ha avuto il suo epilogo con l'apertura della crisi afghana. Tutto ciò in concomitanza con la diffusione di  una altrettanto devastante epidemia sulla cui  spontaneità, origine e diffusione pare sia lecito porsi interrogativi. Chi non veda un "fil rouge" conduttore tra questi eventi pecca di analisi od attenzione, oppure è rimasto semplicemente "sensibilizzato" da un progressivo e metodico lavaggio del cervello attuato attraverso "bombardamenti" mediatici inediti nella storia dell'umanità.

Claudio Berrino

martedì 7 settembre 2021

SCIENZA E SCIENTISMO

In un passo assai noto del Fedro, Platone riporta il mito egiziano del dio Theuth:

“…O re, questa conoscenza renderà gli egiziani più sapienti e più dotati di memoria: infatti ho scoperto un pharmakon per la sapienza e la memoria. - E il re rispose: - Espertissimo Theuth, una cosa è esser capaci di mettere al mondo quanto concerne una techne’, un'altra saper giudicare quale sarà l'utilità e il danno che comporterà agli utenti; infatti grazie a te, divenuti informati di molte cose senza insegnamento, sembreranno degli eruditi pur essendo per lo più ignoranti; sarà difficile stare insieme con loro, perché in opinione di sapienza invece che sapienti.” - (274e-275a)

Mi capita spesso di riportare alla memoria questo passo del Fedro che oggi più che mai risulta attuale. L’ultimo anno e mezzo è stato caratterizzato da eventi che il ragionamento logico comprende con grande difficoltà, ma che forse un’analisi accorta in parte può spiegare; in ambito medico-scientifico, questa analisi deve iniziare prendendo in considerazione moniti lanciati già da tempo da importanti rappresentanti della comunità scientifica.

Il Prof. Richard Horton nel 2015 in un editoriale sulla rivista Lancet, di cui attualmente è caporedattore, scriveva quanto segue: ”Il caso contro la scienza è semplice: gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, potrebbe semplicemente essere falsa. Afflitta da studi con campioni di piccole dimensioni, effetti minimi, analisi esplorative non valide e conflitti di interesse flagranti, insieme all'ossessione di perseguire tendenze alla moda di dubbia importanza, la scienza ha preso una svolta verso l'oscurità.(1)” Queste parole potrebbero scuotere molti animi, ma prendere atto dei problemi è l’inizio della loro risoluzione.

E’ innegabile che ci sia una crisi nell'editoria scientifica accademica: troppa pressione sulle migliori riviste, troppi libri di qualità marginale, l’aumento di riviste ed editori “predatori” che pubblicano ricerche di qualità bassa o marginale e un'enorme impellenza sui docenti universitari di tutto il mondo per gli articoli scientifici.

Questa crisi è un artefatto di diversi sviluppi nell'istruzione superiore globale dell'ultimo mezzo secolo, in particolare la massificazione e l'aumento delle classifiche globali e nazionali delle Università(2) basate sulla produzione scientifica. La crescita esponenziale nel numero di riviste scientifiche è correlabile ad un’idea sociologica ormai insita nelle università di isomorfismo, la maggior parte delle istituzioni accademiche vuole assomigliare alle università in cima alla gerarchia accademica, e quindi cerca di diventare ad alta intensità di ricerca e produzione scientifica. Non si conosce l’esatto numero delle riviste scientifiche a livello globale, ma diverse stime indicano circa 30.000, con quasi due milioni di articoli pubblicati ogni anno.

Questa produzione di articoli scientifici ormai fuori controllo, oltre a creare danno d’immagine alla vera scienza, contamina l’atteggiamento scientifico di gran parte dei ricercatori.

Bisogna confidare che questo anno e mezzo possa contribuire a prendere atto della situazione descritta e trovare soluzioni per porvi rimedio, riflettendo sul fatto che la quantità non porta qualità ma rischia solo di generare un’importante inflazione del metodo scientifico e l’incapacità di discernere la scienza dallo scientismo soprattutto nelle generazioni future.

Dr. Mattia Berrone, PhD


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

1) Horton R. The Lancet. Vol 385 April 11, 2015. DOI:https://doi.org/10.1016/S0140-6736(15)60696-1

2) Altbach P.G., De Wit H. Too much academic research is being published.

lunedì 6 settembre 2021

PROVE TECNICHE DI DITTATURA?

Il monito  che, secondo i principali quotidiani italiani,  sarebbe stato rivolto ieri dalla prima carica istituzionale dello Stato alla Popolazione deve fare riflettere. L'invito a "non invocare la Libertà per sottrarsi all'obbligo vaccinale" è inaudito, in primis in quanto il diritto all'invocazione della Libertà, prima ancora della sua realizzazione, costituisce elemento di differenziazione tra la condizione dell'uomo libero e quella dello schiavo, ma soprattutto perché  dare atto dell'esistenza di un obbligo vaccinale nel  momento in cui questo  non é ancora previsto da una  norma di legge evidenzia un abnorme cortocircuito tra le funzioni interne dello Stato. Ad ogni buon conto, una censura al diritto all'invocazione della Libertà, nel momento in cui venisse posta in essere con un monito,  ovvero con un autorevole atto di indirizzo della più alta carica istituzionale, attesterebbe in forma certa la fine di una fisiologica dinamica democratica di cui ogni persona dotata di comune buon senso dovrebbe prendere atto.

Claudio Berrino

sabato 4 settembre 2021

I VACCINI SONO DA CONSIDERARSI ANCORA SPERIMENTALI?

C’è chi dice che sono sperimentali e chi nega che sia così. Entrambe le posizioni sono forti, la prima sostenuta dalla ragione e dalla logica, la seconda sostenuta dal pregiudizio e dalla fede. Ma questo era vero fino a poco tempo fa, ora le cose sono cambiate. E si sono confuse terribilmente. I vaccini per la covid 19 sono stati approvati in via provvisoria e sotto condizione che entro una data stabilita, dicembre 2023 per Pfizer, vengano presentati tutti i dati mancanti. Per Pfizer i dati mancano perché la sperimentazione di fase III (studio in doppio cieco) non sarebbe ancora terminata. Il condizionale è d’obbligo e vedremo perché. La stessa FDA ha recentemente rinnovato, in data 23.08.2021, l’autorizzazione emergenziale all’uso del vaccino Pfizer, e non come erroneamente riportato dalla stampa nazionale secondo cui aveva trasformato l’autorizzazione da emergenziale a definitiva, per non interrompere la campagna vaccinale ma con ciò stesso rimarcando implicitamente il fatto che i vaccini sono ancora (forse) in fase sperimentale. Quella in corso in tutto il mondo come vaccinazione di massa planetaria col vaccino Pfizer, tecnicamente, dovrebbe essere un ampliamento della sperimentazione clinica di fase III, dato che la fase IV dovrebbe essere post marketing e dopo che il farmaco abbia finalmente ricevuto l’autorizzazione definitiva. Gli studi della fase IV sono i più lunghi e hanno inizio una volta che il farmaco è stato immesso sul mercato (studi post marketing) e ha ricevuto, come detto, l’autorizzazione definitiva, allo scopo di valutare gli effetti indesiderati o le proprietà farmaceutiche evidenziate durante le prime tre fasi. Dunque, a questo punto, la cosa si complica un poco e l’inquadramento di questa fase non è molto chiaro, ma dimostra ancora più e meglio e con certezza che, non essendo conclusa a rigore di termini la fase III poiché l’autorizzazione è ancora emergenziale, i vaccini contro la covid 19 sono (forse) ancora in fase sperimentale, fase che terminerà quando si raggiungerà la scadenza stabilita per gli studi di ognuno di questi vaccini, e gli enti  certificatori, sulla base dei dati definitivi forniti dai produttori, decideranno se ritirare l’autorizzazione o trasformarla in definitiva. Ma ecco che un paio di mesi fa le cose si complicano ancora di più: la fase III si chiude (forse) improvvisamente ma l’autorizzazione viene rinnovata come emergenziale. Ora, se la fase III è conclusa vuol dire che siamo in fase IV che però dovrebbe iniziare solo dopo che il vaccino sia immesso sul mercato e la relativa autorizzazione trasformata in approvazione definitiva, cosa che, come abbiamo visto, non è (forse) avvenuta. Nel contempo, proseguono altri trials in casa Pfizer: Uno studio che indaga la sicurezza e gli effetti di quattro vaccini BTN162 contro COVID-2019 in adulti sani e immunocompromessi:

Dunque, proviamo a ricapitolare: Pfizer in maggio 2020 parte con uno studio propedeutico alla produzione e all’uso emergenziale di un vaccino anticovid 19; in dicembre 2020 inizia la vaccinazione col vaccino Comirnaty sostenuto da un’autorizzazione emergenziale, dunque siamo ancora in fase III dato che questa fase concede l’utilizzo grazie appunto ad un’autorizzazione emergenziale e prosegue lo studio in doppio cieco; Pfizer interrompe lo studio in essere in doppio cieco  e parte con un nuovo studio su altri quattro vaccini che poi è lo stesso però con diverse variazioni di dose booster e altri vaccini nuovi; se lo studio viene interrotto i dati mancanti mancheranno per sempre e l’autorizzazione provvisoria legata a quel vaccino dovrebbe decadere; la FDA rinnova un’autorizzazione sempre emergenziale (provvisoria e condizionata) però per un vaccino che passa dalla fase III (ormai chiusa per mancanza del gruppo controllo) alla fase IV ma senza approvazione (autorizzazione definitiva); il gruppo placebo del trial iniziale riceve il vaccino e dunque, di fatto, lo studio non può essere completato; nonostante che lo studio non possa essere completato i vaccini relativi a tale studio continuano a venire somministrati con un’autorizzazione emergenziale e condizionata ai risultati di uno studio che non esiste più e non può essere completato; una ricerca dei relativi documenti nel tentativo di fare ordine viene bloccata dall’impossibilità di reperire documenti in versione originale; la lettera con cui FDA approva il rinnovo dell’autorizzazione emergenziale di Comirnaty è inutilizzabile poiché i dettagli rilevanti sono oscurati.

A questo punto la confusione è totale, anche per noi addetti ai lavori, e la domanda sorge spontanea: ma, questi vaccini, allora, sono ancora farmaci sperimentali o no? In realtà da un punto di vista concettuale lo sarebbero ma, sempre in realtà, da un punto di vista pratico non lo sono più poiché non vengono utilizzati come sperimentali benché lo siano. Insomma, che sta succedendo?


Dr. Silvano TRAMONTE, medico chirurgo

MECCANICI & SINDACI

Nel pomeriggio di oggi, prima di partire per il mare per una escursione, mi sono recato in officina per controllare i livelli del mio fuoristrada. Il meccanico apriva il cofano e mi indicava che "c'è molto da fare". Il suggerimento, oltre ad essere oggettivamente ermetico, mi veniva rappresentato in una forma semantica confusa ed irritante in quanto indeterminata, certamente inidonea a comprendere se vi fosse da cambiare l'olio oppure aggiungere del liquido refrigerante ma, riflettendo, giungevo alla conclusione che in fondo era prassi di tutto il mondo contemporaneo, in tutte le sue declinazioni sociali, quella di esprimersi cercando di non fare comprendere compiutamente all'interlocutore il proprio pensiero, quasi che la nettezza concettuale rappresentasse una blasfemia antidemocratica da cui difendersi ricorrendo all'arma della voluta imprecisione. Uscendo poi dall'officina mi imbattevo in una serie di manifesti elettorali di un candidato Sindaco il quale aveva prescelto quale slogan il periodo "c'è molto da fare", guardandosi ovviamente bene dall'indicare la sua priorità programmatica. Le residue perplessità sulle modalità comunicative del mio meccanico si scioglievano come neve al sole e consideravo come la democrazia e la sua connaturata imprecisione potessero inesorabilmente spingere verso il basso ogni ruolo sociale, banalizzandolo ed uniformandolo. Tanto esso fosse quello di un meccanico quanto quello di un aspirante primo cittadino. 

Claudio Berrino

mercoledì 1 settembre 2021

ASTENSIONE !!!

La "tolleranza zero" promessa dal Viminale nei confronti di quanti esercitano un diritto democratico di dissenso e critica rivolto verso un provvedimento impositivo di un obbligo vaccinale che contempla l'utilizzo di un farmaco in fase sperimentale si pone come una asimmetria logica rispetto alla tolleranza ecumenica dimostrata nei confronti delle migliaia di clandestini irregolari che quotidianamente sbarcano con finalità invasive, privi di documenti di identità ed in condizioni igieniche tali da generare una più che prevedibile diffusione epidemica a danno della popolazione italiana. La prospettazione, peraltro caldeggiata dalle presidenze della Camera e del Senato, dell'adozione di misure amministrative limitative della libertà personale dei manifestanti relega l'attuale momento nel buio della notte più profonda vissuta nella storia della nostra Nazione. Le Opposizioni, sulle quali in ragione della loro inerzia ricadono le responsabilità maggiormente gravi per quanto sta accadendo, belano anziché ruggire attestando con il loro comportamento pavido di essere coessenziali al regime.  La reazione alla gravissima situazione temo potrà configurarsi esclusivamente in termini di astensionismo elettorale, e ciò già a far data dalle amministrative del prossimo Ottobre al fine di porre in essere una percepibile alternatività tra società e sistema politico. 

Claudio Berrino