mercoledì 13 luglio 2016

Boomerang per la sinistra. Da Dallas a Fermo. Solidarietà cieca pronta assoluta per chi non è italiano



Notizie da Dallas. Corteo pacifico di afroamericani: uccisi cinque poliziotti, feriti altri sette. C’è da domandarsi cosa sarebbe successo se il corteo non fosse stato pacifico…

“Pochi morti ha detto Obama non possono condizionarci”. Per lui, come al solito, la colpa è delle armi, che, come sanno tutti i buoni democratici, sono brutte e cattive. Concorda con lui anche la peppietta isterica che aspira alla sua successione.


Le prefiche che leggono i telegiornali mediaset, e con loro il Cecchi Paone, parlano di due fazioni contrapposte pei i fatti di Dallas. Da una parte la fazione delle forze dell’ordine che sono lo Stato. Dall’altra la fazione di tutti i buoni afroamericani. Due fazioni a confronto, come i tifosi di due squadre di calcio.


Il filosofo libanese Gadolernice è l’ideatore di un moderno teorema che recita: se un africano uccide con un piccone tre italiani, è raptus. Se un italiano colpisce con un pugno un africano è razzismo.

Sia la RAI, nelle mani di Renzi, che Mediaset del buon figliolo di Berlusconi,  hanno gareggiato tra loro nel fornire agli italiani una interpretazione democratica e quindi falsa dello scontro stradale in cui ha trovato la morte un africano mantenuto dalla caritas. Mai tanto spazio e tanto nauseante delirio è stato dedicato dalle due reti ad una vicenda come quella di Fermo.

Boldrine e Boschine. La prima, nominata senza elezioni dai vendolini. L’altra, figlia di un babbo per bene. Insieme, vestite di nero, come due cornacchie, si sono presentate al funerale dell’africano di Fermo. Non hanno invece ritenuto degni della loro augusta attenzione i funerali dei nove italiani massacrati in Bangladesh. Il loro più o meno pregiato lato B, era in altre faccende affacendato. E poi c’è chi dice che i renziani non sono razzisti.

Con il sorriso ebete che manifesta nelle interviste, don Vinicio il prete, fa trasparire il suo rimpianto per il mancato introito che la sua associazione, subisce con il decesso di uno degli assistiti. Non ha visto nulla, ma accusa senza “cristiana pietas”, il suo concittadino. E scopre solo ora che la maggior parte degli abitanti di Fermo, a conoscenza dei contributi statali che incassa ogni mese, non stava affatto dalla sua parte.

Ancora mediaset. Non ha dimostrato vergogna, a far vedere più volte nei suoi telegiornali l’italiano di Fermo, trascinato, piegato in due ed a testa bassa, proprio come un bue al macello, all’interno del carcere. Talmente terrorizzato dagli inquirenti, da donare i suoi poveri averi (mezza casa ed un piccolo appezzamento agricolo) alla compagna dell’africano. Tutto per un pugno sferrato per difendersi.

Torino, 14 luglio 2016

                                                                                                   
                                                                               Prof.  Gian Carlo Pavetto



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