mercoledì 10 febbraio 2021

IL COMPLESSO DI EDIPO DELLA DESTRA ITALIANA

Ogni cultura possiede specificità, individualità, caratteristiche differenti dalle altre. Il rispetto di ciò che è diverso nella comparazione con quello che siamo e con quanto valorialmente o religiosamente ci appartiene costituisce un dovere sacrosanto, che non deve però  essere confuso con il senso di compiacimento o, peggio, di sudditanza culturale. Un approccio rispettoso non deve essere degradato in un approccio servile perché il primo appartiene ad un uomo libero e costituisce una dignitosa espressione del suo modo di essere mentre il secondo tradisce quel tratto caratteristico di rigurgito plebeo che accompagna il “pervenu”, ovvero la persona che ha migliorato la propria condizione sociale ma conserva i limiti soggettivi comportamentali derivanti dalla sua condizione precedente. Le esemplificazioni di queste forme di defaillance comportamentale sono purtroppo frequenti e le ritroviamo tanto nella donna politica occidentale che si reca in viaggio ufficiale in un Paese islamico bardata come una odalisca o – peggio - come una fondamentalista religiosa,  oppure negli uomini politici che in visita ad Israele, al di fuori delle cerimonie di natura religiosa, ostentano una Kippah calata sul capo portata con una sussiegosa immedesimazione nel ruolo di “convinto sionista” tale da generare ilarità da parte degli ospiti e degli osservatori.
Mentre la prima esemplificazione appartiene normalmente alle donne politiche della Sinistra radicale, la seconda possiamo serenamente affermare che costituisca appannaggio pressoché esclusivo di uomini politici rappresentanti di quell’indefinito alvo rappresentato dalla Destra. Questi ultimi scontano un evidente “complesso di Edipo” che li conduce ad atteggiamenti degni degli auto flagellanti medievali, pervasi dal  desiderio di scontare colpe e responsabilità non proprie e di apparire ad ogni costo “graditi”. In alcuni di essi la dedizione nel compiacere l’ospite è tale da ricordare il noto personaggio felliniano della “Gradisca” e, in questi casi, gli effetti tragicomici sono amplificati al paradosso. In dette fattispecie si può percepire un complesso edipico tale da indurre nel viaggiatore politico di Destra un senso di ostilità nei confronti di quanti gli sono antropologicamente simili (Padre) accompagnato da un senso di smodata attrazione per quanti sono espressione antropologica della diversità culturale o religiosa (Madre). In altri casi il processo logico dell’adulatore è ancora minormente elaborato e trova ragion d’essere esclusivamente nella sua natura servile oppure opportunistica. 

Claudio Berrino