Nel 1973 ero poco più di un adolescente, un quindicenne che si nutriva del pensiero di Evola e identificava nella Tradizione primordiale l'unico strumento storico per l'attuazione di una rivoluzione conservatrice. Da allora, ad onor del vero, ben poco è mutato nei miei processi logici. Ne consegue che non posso non ricordare con sincero dolore la scomparsa di Adriano Romualdi, avvenuta il 12 agosto di quell'anno a seguito di un sinistro stradale dalle ancor dubbie connotazioni. La nostra generazione amava particolarmente Adriano Romualdi in quanto era un pensatore contemporaneo, da noi reputato maggiormente vicino in quanto non apparteneva alla generazione che ci aveva preceduto, pur essendone splendido analista ed attualizzatore.
Una rilettura dei suoi scritti e delle sue opere consentirebbe forse a molti di quanti si reputano vicini ad un malinteso pensiero di "Destra" di ritrovare una giusta direttrice di marcia o, in alternativa, di valutare un loro opportuno eclissamento.
Avv. Claudio Berrino

